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30° Festival internazionale del film d’animazione di Annecy

La platea si alza ed esplode in un applauso vibrante. Siamo al 30° Festival internazionale del film d’animazione di Annecy, Francia, e si è appena conclusa la proiezione di The Thief and the Cobbler (Il ladro e il calzolaio) di Richard Williams (il famoso animatore di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, 1988). La produzione di questo film, tratto da un racconto di Le Mille e una Notte, cominciò nel 1964 ma il montaggio finale, orchestrato dal regista, ha visto la luce solo nel 2013. Realizzato artigianalmente attraverso la tecnica del disegno su rodovetro (drawing on cels), il film è un susseguirsi di à-plat, corridoi geometrici, prospettive ingannevoli e colori irreali che trasportano lo spettatore in un universo a tratti psichedelico, trasformando la narrazione di una fiaba classica in un capolavoro.

Dal disegno manuale alla marionetta artigianale, Will Becher, direttore dell’animazione dei personaggi dello studio Aardman di Londra svela i retroscena delle riprese del film Shaun the sheep, the movie (2015). Più di 300 marionette, 18 animatori e un team di circa 180 persone per realizzare manualmente i personaggi, le scenografie e i diversi accessori che arricchiscono il film con dettagli minuziosi. «L’animatore è il personaggio: deve pensare come lui, capirne le emozioni» racconta Will Becher mentre mostra il lavoro degli animatori durante le riprese, ognuno dei quali, ancor prima di metter mano alla propria marionetta, ne recita la parte allo scopo di immedesimarsi nei movimenti, nei gesti e nelle espressioni.

Anch’esso realizzato in animazione stop-motion, il cortometraggio Peter & the Wolf di Suzie Templon (2006), tratto dall’omonimo racconto russo, rende omaggio all’animazione femminile. Il festival ha dedicato un’intera sessione alle donne, per decenni escluse dagli studio d’animazione del mondo intero come si legge nella lettera del 7 giugno 1938, recentemente resa pubblica su internet, inviata dalla Walt Disney Productions in risposta alla richiesta di una studentessa di partecipare al programma di formazione dello studio: «Le donne non partecipano al lavoro di creazione nel quadro della preparazione dei cartoni animati, questo lavoro è interamente realizzato da giovani uomini. Per questa ragione, non accettiamo le donne alla scuola di formazione».

Tra i vari corti, dalle sensibilità e stili variegati, Historia tragica con final feliz di Regina Pessoa (2006) e Tram di Michaela Pavlàtovà (2012), un divertente corto “erotico” che vede come protagonista la conduttrice di un tramway.

Tecniche ed umori diversi anche per le cinque sessioni dedicate ai cortometraggi in competizione. Il vincitore del cristallo per il migliore cortometraggio, We Can’t Live Without Cosmos del russo Konstantin Bronzit dedica all’amicizia un racconto pieno di umore e nostalgia sul sogno della conquista spaziale. Ricorda lo storico cartone animato italiano La Linea di Osvaldo Cavandoli, il corto pieno di cinismo di Andreas Hykade Nuggets, mentre Hannah Letaif sfiora l’umorismo di Bill Plymptoons con A Slice of the Country, messa in scena beffarda del pic-nic di una famiglia di animali in un paesaggio bucolico costellato di donne-mucca, destinate a farcire i panini con “tranches de fesses” (fette di natiche).

Tra i lungometraggi in competizione (sezione in cui ha vinto il cristallo Avril et le Monde Truqué di Franck Ekinci e Christian Desmares), attesissimo Adama, di Simon Rouby. Ambientato in un villaggio isolato dell’africa orientale, Adama, 12 anni, parte alla ricerca di suo fratello maggiore. Comincia cosi un viaggio iniziatico che lo porterà ad attraversare l’Europa in Guerra. Mescolando fotografia documentaria e un disegno prossimo al fumetto, Sabogal di Juan Lozano e Sergio Mejia Forero, è un thriller giudiziario sui crimini contro l’umanità perpetrati nella Colombia degli anni 2000; Miss Hokusai di Keiichi Hara un manga che ci trasporta nell’universo del grande artista giapponese mentre Pos Eso di Sam racconta in volume le vicissitudini di una celebre ballerina di flamenco e di suo figlio, posseduto da spiriti malvagi.

Decisamente eclettico D-Day: Normandy 1944 del regista Pascal Vuong. Il film, destinato ad essere accolto nei musei e nelle scuole a fini didattici, ripercorre la storia dello sbarco in Normandia spiegando attraverso mappe tridimensionali, fotografie d’epoca, riprese aeree e rievocazioni storiche gli aneddoti e i fatti necessari a comprendere questo evento storico cruciale per la liberazione dell’Europa Nazista. Il film, presenta anche delle finestre pop-up e dell’animazione di sabbia. «L’idea di utilizzare la sabbia – racconta il regista – è arrivata tardivamente durante lo svolgimento delle riprese. Eravamo alla ricerca di una tecnica che permettesse di rendere tangibili le parole delle lettere d’epoca, e l’animazione di sabbia si è imposta per la forza evocatrice al tempo stesso delle corrispondenze e della materia delle spiagge dello sbarco».

Appuntamento immancabile per gli appassionati d’animazione, il festival di Annecy offre conferenze, proiezioni, workshop ed esposizioni. Contemporaneamente, la sezione del festival Mercato Internazionale del Film d’Animazione (MIFA), accessibile solamente agli addetti ai lavori muniti di biglietto, permette di incontrare produttori, distributori e i più importanti studi d’animazione del mondo intero.

Il festival, che si è svolto per la sua trentesima edizione dal 15 al 20 giugno, nasce nel 1960 anno di fondazione di ASIFA (Association Internationale du Film d’Animation), l’ente di tutela e sostegno del cinema d’animazione, e rappresenta l’evento di punta per pubblico, artisti e addetti ai lavori che ogni anno si danno appuntamento ad Annecy per scoprire le produzioni più interessanti dell’animazione intesa e declinata in tutte le sue sfaccettature, dalle diverse tecniche impiegate alle differenti destinazioni di fruizione: cortometraggi, lungometraggi (qui una breve storia dei vincitori delle ultime edizioni), prodotti televisivi, film realizzati da studenti delle scuole di animazione, filmati educativi, spot pubblicitari, videoclip musicali e produzioni pensate per il web.

Giada Connestari

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