La rivista nel 2022 è stata trasformata in archivio di contenuti.

D’ARS N.199 – OTTOBRE 2009

Iran Inside Out – Vera Canevazzi

L’arte al di fuori dei dogmi ufficiali è sempre stata vista come una pericolosa voce di protesta nei regimi autoritari del Novecento e come un tramite immediato per trasmettere idee, sensazioni e immagini “degenerate.” In una nazione come l’Iran, che vede il dominio di una ideologia assolutistica e dove il 60 % della popolazione ha meno di trent’anni, è particolarmente interessante osservare come i giovani artisti cerchino di trovare un’espressione individuale e innovatrice (…) Questo dualismo è stato messo in evidenza nella mostra “Iran Inside Out,” che si è tenuta al Chelsea Art Museum di New York dal 26 giugno al 5 settembre. L’esposizione, organizzata dal curatore Sam Bardaouil e dal direttore del museo Till Fellrath, ha aperto una riflessione sull’arte iraniana odierna, campo di indagine quasi completamente inesplorato….

Linz, Ars Electronica Festival: trent’anni di arte e scienza per guardare al futuro della natura umana – Martina Coletti

Dal 1979 la città di Linz guarda al futuro con Ars Electronica, Festival per l’ Arte, la Tecnologia e la Società. Lo fa studiandone gli indizi nel presente, con sguardo curioso e proficuamente indipendente dalle mode. L’iniziativa non a caso nasce come manifestazione dedicata alla musica, per poi definirsi negli anni come festival dedicato all’arte e alle rivoluzioni introdotte dalla scienza e dalla tecnologia. Questa missione, diretta in un primo momento alla comprensione della più incisiva delle rivoluzioni tecnologiche e sociali degli ultimi decenni, quella del digitale, abbraccia ora con maggiore decisione l’osservazione e la divulgazione di quanto in atto in tutti i principali campi della scienza….

Museo Kampa – Silvia Venuti

….Il Museo Kampa domina sulla sponda del fiume con un’architettura sobria, ma totalmente moderna per l’uso dei vetri, dei metalli, delle luci. (…) All’interno, si scopre la qualità alta dell’arte ceca e la sua originalità nel conservare, unita alla riflessione mitica sulla Storia, uno spirito ironico, incline al paradosso, tendente a sublimare nel fantastico il pathos della tragedia. Del resto, la tradizione teatrale, resa popolare dagli spettacoli di marionette, rivela l’attitudine ceca a sentire l’esistenza come una rappresentazione..

NUOVI ORIZZONTI

(….) Soglia come spazio di simulazione, di mutazione e rivoluzione, di attrazione e confronto tra universi, di compatibilità tra persone, tra noi e gli altri, soglia come attrattore di differenze e distanze. Soglia come indicatore dell’evoluzione della nostra cultura, come luogo di verifica, di deflagrazione e ricomposizione di conflitti e contraddizioni. A conclusione del percorso compiuto su D’Ars attraverso alcune delle soglie più significative e critiche della cultura contemporanea – un percorso intrapreso quattro numeri fa – arriviamo all’argomento di questo numero: quello delle soglie tra uomo e donna. Un argomento che. in maniera evidente. riporta la discussione all’interno dell’ambito sociale, il quale plasma e definisce quelle soglie ben più delle differenze biologiche, psicologiche, sessuali….

La differenza segna i confini, ma ne è anche l’attraversamento. La differenza distanzia, e tuttavia pone in relazione. È decisamente problematico, oggi, intendere la differenza nei termini di un’opposizione binaria fra due modi d’essere antitetici. I vari – e diversamente combinati – apporti del post-strutturalismo, del pensiero queer, del femminismo third wave e dei movimenti transnazionali, dei postcolonial e subaltern studies, e della cultura visuale in generale, portano a riconsiderare la differenza piuttosto come il passaggio fra una molteplicità di posizioni interrelate e variabili, un processo, uno strumento di connessione i cui significati variano in rapporto alle diverse tattiche messe in atto.

Dal momento che le attribuzioni di gender vengono sempre più spesso negoziate all’interno della dimensione visuale, la decostruzione postmoderna dell’identità portata avanti in ambito artistico ha assunto negli ultimi due decenni delle valenze emblematiche. La diffusione del corpo transgender nella cultura visiva contemporanea è il sintomo di una nuova condizione identitaria. Dagli anni Novanta in poi l’immaginario trova nel corpo il suo luogo privilegiato di proiezione e ricerca: non più la forma concreta di un destino biologico ma un campo nel quale s’inscrivono e interagiscono determinati codici sociali, culturali, tecnologici. Emergono soglie inedite di sperimentazione che fanno tesoro della lezione di Gilles Deleuze…

Col C’era una volta sono iniziate le favole di ogni tempo e luogo, in cui principesse dai lunghi capelli e dalle lunghe gonne, sarebbero state un giorno salvate e amate da principi prodi, alti e azzurri. Candide e indifese le prime, coraggiosi e leali i secondi sarebbero infine vissuti insieme felici e contenti. Un’ottima lezione di genere per stabilire orgogliosamente chi deve essere, fare, attendersi che cosa dalla vita, evitando confusioni di ruoli e aspettative. Peccato sia nella memoria di tutti che bimbe audaci e impettite interpretino padri di famiglia giocando coi loro coetanei, e che qualche delizioso bimbetto patisca il non poter indossare scarpe col tacco ed orecchini pendenti.

Dennis Oppenheim: Splashbuilding – Cristina Trivellin

Si è inaugurata il 31 luglio scorso e si concluderà il 3 novembre la rassegna Intersezioni, annuale appuntamento artistico ospitato dal Parco Archeologico di Scolacium (Borgia, Catanzaro). L’ormai consolidato luogo di contaminazione tra scultura contemporanea e archeologia giunge quest’anno alla quarta edizione e ha come protagonista l’americano Dennis Oppenheim. L’artista  torna in Italia per un progetto pubblico, a distanza di dodici anni dalla mostra curata da Germano Celant nella zona industriale di Marghera, nel 1997. Due sono le mostre, allestite al Parco Archeologico di Scolacium e al museo MARCA di Catanzaro, entrambe curate da Alberto Fiz…

Anthony  McCall: Breath – Stefania Carrozzini

(…) Breath, respiro, è il titolo della straordinaria installazione di McCall, ed è un inno alla vita e alla dimensione misteriosa dell’immateriale. Sono vere e proprie sculture di luce, proiezioni che, come strutture continue, formano sul pavimento dell’immenso hangar ellittiche forme luminose, la cui progressione algebrica sviluppa complesse forme astratte simili ad onde fluttuanti. La luce del proiettore di 16 mm proviene dall’alto e crea coni di luce. Lo spazio  sembra solido e reale, ma in realtà non lo è, l’artista per ottenere tale risultato ha usato macchine per foschia artificiale, un video proiettore e un computer posti in alto su ciascuna installazione…

Twister: la rete dei musei lombardi per l’arte contemporanea – Valentina Tovaglia

Il nome del progetto –Twister– inaugurato nelle dieci sedi partecipanti il tre e il quattro ottobre 2009, fino al trentun gennaio 2010 – ti proietta immediatamente in una sfera ludica, che, in quanto tale, ha regole e obiettivi precisi. In sintesi, dieci artisti per dieci musei. In cima alla piramide dei vari partner istituzionali e museali coinvolti, in un rapporto sinergico tra pubblico e privato, l’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, con il contributo della Fondazione Cariplo, ha cercato e trovato una forma semplice ed efficace che, oltre alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio museale, prestasse particolare attenzione alla produzione di nuova arte. Twister è un modello innovativo di alleanza virtuosa tra dieci musei lombardi, nato allo scopo di selezionare, esporre ed acquisire opere di arte contemporanea site specific/site related progettate e prodotte ad hoc tramite un concorso internazionale….

Il Codice Atlantico in mostra a milano per i prossimi sei anni.La più ampia collezione leonardiana esposta per la prima volta al pubblico – Elisabetta Kluzer

È la prima volta nella storia che il più importante manoscritto di Leonardo da Vinci può essere visionato foglio per foglio direttamente dal pubblico. Il Codice Atlantico rappresenta la più ampia collezione di disegni e manoscritti del Genio Vinciano e dal 22 gennaio 1637 – data della donazione del conte milanese Gaelazzo Arconati – è di proprietà della Biblioteca Ambrosiana. L’Atlantico, deve il suo nome al formato dei fogli tipico degli atlanti geografici utilizzati nella prima raccolta dei disegni di Leonardo ad opera di Pompeo Leoni….

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