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Digitale a Roma

Per un sommarsi di ragioni difficili da spiegare, si è assistito a Roma a una sequenza di manifestazioni legate al digitale in tutte le sue forme; dal video monocanale all’installazione, dal convegno al dibattito, dalla mostra al workshop, dalla Public Art al Vjing, e tutto in una settimana. Data la scarsità negli ultimi anni d’iniziative in questo senso, questa improvvisa vitalità è sorprendente.
C’è stato, è vero, il Digital Life del festival Romaeuropa in autunno, di ottima qualità, ma arriva oggi la notizia di un ulteriore taglio al festival fino al 90 per cento rispetto ai precedenti finanziamenti. Come potrà sopravvivere?!


Eppure si ha la sensazione che le nuove attività siano in qualche modo debitrici a Digital Life per il semplice fatto di aver portato con costanza per cinque anni i linguaggi digitali all’interno di un contenitore molto noto e accettato a Roma. Il Container è diventato il Messaggio, messaggio di forme digitali ormai in ingresso stabile nelle fruizioni estetiche in contesti non sempre ortodossi ma comunque vitali alla crescita di nuove percezioni.
Un nuovo festival video, Retina al Macro Testaccio, cerca di qualificare per ruoli e direzioni la materia video (pratica difficile e complessa) in cui vengono coinvolti autori come Alessandro Amaducci ma anche giovanissimi, e si sperimentano delle semplici forme d’interattività. È previsto un secondo capitolo negli spazi del Brancaleone all’interno dell’iniziativa Extra in Roma, proposta dal Comune come intervento nelle periferie dove il Vjing avrà una parte preponderante.

Daydream v.2, Nonotak, audiovisual installation, 2013
Daydream v.2, Nonotak, audiovisual installation, 2013

Nel frattempo è già in atto una serie di concerti/installazioni all’Ex-Cartiera di Via Appia Antica con il periodico 90dBFestival Internazionale delle Arti Sonore, dove il focus è sul rapporto suono e ambiente in forme rigorosamente digitali, di autori italiani e stranieri.  90db, porta sound design e suono, aprendo un capitolo di “tutto suono sperimentale” che finora non era stato ancora affrontato e di cui speriamo un futuro sviluppo.

ROME OPEN MUSEUM EXHIBITION
R.O.M.E. – Rome Open Museum Exhibition

R.O.M.E. – Rome Open Museum Exhibition è un’altra iniziativa di origine comunale che utilizza però esclusivamente spazi aperti con l’idea di “aprire i musei” cioè agire nella città da sempre considerata un “museo open air” con proiezioni e “mapping” in contesti urbani assai diversi come in periferia Corviale, dove vengono proiettati video sulla grande parete laterale, oppure sui portici del Liberty delirante del quartiere Coppedè, dove Pasquale Direse ( che organizza e produce questa vasta rete di proiezioni), Michele Cirulli (VJ Miko) e molti altri altri ridanno vita alle tradizionali strutture urbane con Vj e mapping.

Lino Strangis, Chinese visualizations, 2013, 7'30''
Lino Strangis, Chinese visualizations, 2013, 7’30”

 

Una struttura più ambiziosa viene proposta sotto l’egida del Media Art Festival dall’unione di una serie di collaborazioni dal gruppo C.A.R.M.A. – Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate (attivo da tempo sulla videoarte) che si collega con la terza Università, con il Fab Lab del Quadraro e con la struttura nascente di Mondo digitale che lavora con scuole e altre realtà sociali sulla tematica dell’innovazione. Questo tema che sta diventando la keyword degli ultimi anni, è la formula su cui lavorano le didattiche digitali di certi musei tecnologici, cercando di unificare bisogni e mezzi all’interno della comunicazione fra cultura umanistica e cultura digitale.  E quindi ci si riallaccia alla didattica e all’insegnamento, lavorando con bambini come con studenti liceali. Il risultato è un primo Media Art Festival di cui si aspettano con interesse i prossimi esiti. Nel frattempo si è visto il drone dello spagnolo RocFarésche fa volare un cellulare dallo sguardo “random” sulla città (sollevato da palloncini colorati come nel Mago di Oz) e il “drone di pace”, Drone Selfies, del gruppo IOCOSE che scruta la città nei momenti di Pace (?).

Maria Korporal, Third Eye Flying, 4’29’’, 2014
Maria Korporal, Third Eye Flying, 4’29’’, 2014

Il programma di questa “ondata digitale” romana è quindi variegato, vivace e fa apparire la situazione in modo positivo. Fino a che punto è vero? In realtà il comune finanzia in modo assai relativo le varie iniziative, così come gli ipotetici risparmi ricavati dal budget del festival Romaeuropa non riempiono certo un programma di interventi impegnativi come quello di cui sto parlando. La parola ritorna quindi all’istituzione o a un privato finalmente attratto dal finanziamento d’arte digitale.

Lorenzo Taiuti

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