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Ecstasy As Sublime, Heart As Vector: Shahzia Sikander al MAXXI

In corso a Roma la mostra Shahzia Sikander: Extasy as Sublime, Heart as Vector a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli e allestita nella Galleria 5 del MAXXI fino al 23 ottobre.

Attiva a New York, Shahzia Sikander, artista pakistana, mette in luce i possibili sincretismi tra i linguaggi tradizionali di diverse culture all’interno dell’arte contemporanea, attraverso un lavoro insolito, che tocca uno dei problemi cruciali dell’attuale momento artistico, profondamente segnato dalla globalizzazione.

Il lavoro della Sikander apre ipotesi, dubbi e suscita calorose approvazioni nella scena newyorkese. Il suo apprendistato passa attraverso lo studio dei linguaggi artistici euro-americani, senza distogliere un interesse verso la grande tradizione classica della miniatura indo-persiana. Le scuole d’arte in Pakistan insegnano da sempre queste tecniche; il segno e la rappresentazione, dunque, sono collegati a forme centenarie, ma anche artigianali. Tale connessione può creare oggi problemi legati a punti di vista culturali.

Shahzia Sikander, Singing Sphere
Shahzia Sikander, Singing Sphere. Courtesy Fondazione MAXXI e Sikander Studio

La mostra al MAXXI, composta da disegni, video e installazioni, presenta un percorso di lavoro che parte dallo studio delle antiche miniature e procede verso altri sviluppi. Quello di Shahzia Sikander è un tentativo giustamente ambizioso di creare un incontro fra due mondi “inconciliabili”, quello dell’arte contemporanea occidentale e quello delle arti classiche orientali. Tentativo che è parte di un processo di attrazione dei giovani artisti in tutto il mondo verso la contemporaneità occidentale, come ha dimostrato il caso dell’artista pakistano Imran Qureshi, che presentò nel 2013 a Venezia, alla Biennale di Massimiliano Gioni, una serie di figure nel perfetto stile delle miniature indo-persiane, dove però alcuni particolari segnalavano il mutato contesto culturale (ad esempio incongrui pantaloni mimetici e altri simili slittamenti culturali).

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Shahzia Sikander, SpiNN, video animazione digitale. Courtesy Fondazione MAXXI e Sikander Studio

La mostra di Shahzia Sikander, presentata fra gli altri dal già citato Ho Hanru, è la rappresentazione di un percorso di cui si segnalano tutti i passi. Dal lavoro di fedele riproduzione di temi classici alla progressiva corrosione dall’interno attraverso inserimenti anacronistici, come un soldato inglese del Settecento, angeli rinascimentali mischiati a divinità indù, particolari che diventano motivi ossessivi riproposti in tutti i suoi lavori come le forme stilizzate di pipistrelli e i lunghi capelli delle donne presenti nelle miniature.

Roma, 21 06 2016 Museo MAXXI. Inaugurazione della mostra S''hahzia Sikander: Ecstasy As Sublime, Heart As Vector'' e del progetto YAP Young Architects Projects 2016. ©Musacchio & Ianniello
Roma, 21/06/2016, Museo MAXXI. Inaugurazione della mostra “Shahzia Sikander: Ecstasy As Sublime, Heart As Vector” e del progetto YAP Young Architects Projects 2016. ©Musacchio & Ianniello

I particolari prevalgono sulla rappresentazione e invadono, cambiandolo, il linguaggio, talvolta perdendone il carattere specifico ma infine ritrovando il suo equilibrio nel passaggio all’uso del video e dell’animazione. Qui l’incontro e lo scontro fra culture trova un’espressione forte: Gopi-Contagion, in cui i capelli delle donne diventano un motivo animato, è probabilmente il pezzo più forte della mostra, mentre Parallax è una grande multiproiezione di venti metri dove si accennano in forma astratta storie e segni con forte impatto visivo.

Shahzia Sikander, Parallax, detail. Courtesy Fondazione MAXXI e Sikander Studio
Roma, 21 06 2016 Museo MAXXI. Inaugurazione della mostra "Shahzia Sikander: Ecstasy As Sublime, Heart As Vector'' e del progetto YAP Young Architects Projects 2016. ©Musacchio&Ianniello
Roma, 21/06/2016, Museo MAXXI. Inaugurazione della mostra “Shahzia Sikander: Ecstasy As Sublime, Heart As Vector” e del progetto YAP Young Architects Projects 2016. ©Musacchio&Ianniello

La proiezione di Gopi-Contagion, già allestita sui grandi schermi pubblicitari di Times Square a New York, è il punto d’arrivo di un percorso difficile e rischioso. Come trasformare la tradizione in contemporaneità? Shazia Sikander sceglie la grande comunicazione pubblica, il linguaggio ibridato dell’animazione e pone a confronto vecchi e nuovi strumenti. Così come dice lei stessa con chiarezza in una recente intervista con Alvaro Rodriguez Fominay: “La mia arte è costruita con un lessico fatto di informazioni, che crescono e si espandono, vengono riutilizzate, modificate, scartate e aggiunte a nuove idee. Andare avanti è ripensare e essere capaci di staccarsi per esplorare qualcosa di nuovo. L’identità non è qualcosa di dato ma un processo fluido che si sviluppa nel tempo. Considero l’identità come una curva di inseguimento, in cui realtà e invenzione sono impigliate tra loro”.

Lorenzo Taiuti

 

Shahzia Sikander: Ecstasy As Sublime, Heart As Vector
22 giugno 2016 – 23 ottobre 2016
MAXXI – Via Guido Reni, 4/A, Roma

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