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Eva Kot’átková, The Dream Machine is Asleep

Pirelli HangarBicocca presenta The Dream Machine is Asleep, la prima personale in Italia dedicata a Eva Kot’áktová. Artista ceca tra le più interessanti del panorama contemporaneo, Eva Kot’áktová arriva con una mostra onirica che riflette sulle dinamiche della società contemporanea.

Eva Kot'átková, A Storyteller's Inadequacy. Speech organ of Anna, a girl who pronounces words from the middle, 2013. Vedutadell’installazione, Modern Art Oxford, 2013 . Courtesy dell’artista e Meyer Riegger, Berlino/Karlsruhe . Foto: Stuart Whipps
Eva Kot’átková, A Storyteller’s Inadequacy. Speech organ of Anna, a girl who pronounces words from the middle, 2013. Vedutadell’installazione, Modern Art Oxford, 2013 . Courtesy dell’artista e Meyer Riegger, Berlino/Karlsruhe . Foto: Stuart Whipps

Un ambiente raccolto e circolare proietta Stomach of the World, video che apre le porte a The Dream Machine is Asleep, prima mostra in Italia di Eva Kot’átková (Praga 1982). L’impressione che si ha, attraversando la struttura di plastica e metallo che ci accompagna verso l’opera, è di essere “inghiottiti” da qualcosa di simile a un organo umano, probabilmente uno stomaco, proprio come suggerisce il titolo. I tempi del video in proiezione sono lunghi e le operazioni che compiono i bambini-protagonisti sono meccaniche.

La videocamera riprende in “oggettiva” ogni minimo dettaglio degli oggetti e dei corpi che compongono la sceneggiatura. Le paure e le ansie legate al malfunzionamento del corpo umano; i disagi e le difficoltà, gli accumuli di scarti di ciò che mangiamo, sono messi in scena attraverso un linguaggio vicino al teatro che ci porta a riflettere su importanti questioni sociali e ambientali.

Eva Kot'átková, Stomach of the World, 2017 . Still da video . Courtesy dell’artista e MeyerRiegger, Berlino/Karlsruhe
Eva Kot’átková, Stomach of the World, 2017 . Still da video . Courtesy dell’artista e MeyerRiegger, Berlino/Karlsruhe

Elementi apparentemente dissonanti legati al Surrealismo ed elementi quasi incomprensibili, più vicini al Dadaismo, convivono in tutte le opere di Eva Kot’átková. Un lessico quasi incomprensibile che per esistere ha bisogno della nostra immaginazione. Ed è proprio su questo aspetto che si concentra tutta l’esposizione. Una riflessione legata ai sogni e a quel momento in cui il nostro io si abbandona completamente all’inconscio, tornando a essere veramente libero.

The Dream Machine isAsleep è la macchina dei sogni che non dorme mai, è un percorso di immagini e parole, un mondo labirintico e surreale che ci invita a produrre i sogni mettendo in luce le nostre fantasie, le paure e le sfide della società in cui viviamo. La frenesia del mondo contemporaneo ci consuma perché ci allontana da ciò che veramente è importante. Abbandonarsi al flusso inconscio delle emozioni è la risposta giusta per affrontare la vita e questa mostra vuole esserne parte integrante.

Eva Kot’átková si interroga e ci interroga sui problemi della società e sulle sue disfunzioni, sottolineando che spesso il nostro atteggiamento è dettato dai sistemi educativi e da regole istituzionali che non ci permettono quasi mai di essere veramente liberi.

Eva Kot'átková, Cutting the Puppeteer’s Strings Paper Teeth (Brief History of Daydreaming and String Control), 2016. Performance Art Parcours, Basler Marionettentheater, Basilea, 2016 © Art Basel
Eva Kot’átková, Cutting the Puppeteer’s Strings Paper Teeth (Brief History of Daydreaming and String Control), 2016. Performance Art Parcours, Basler Marionettentheater, Basilea, 2016 © Art Basel

Al centro di The Dream Machine isAsleep è l’omonima installazione: un letto gigantesco, alla cui base è presente uno spazio dedicato ai bambini, che l’artista definisce “ufficio per la creazione dei sogni”. Da questo spazio, puro ed essenziale, prendono vita i sogni più belli che gli adulti possono “raccogliere” al piano superiore. L’idea di riposare accanto a degli sconosciuti è fattibile e bellissima e ci permette di vivere il museo come uno spazio comune in cui sentirci a nostro agio.

Eva Kot'átková. Atlas of Johan, a boy who cut a library of the clinic into pieces, 2014 Courtesy dell’artista e Meyer Riegger, Berlino/Karlsruhe
Eva Kot’átková, Atlas of Johan, a boy who cut a library of the clinic into pieces, 2014 Courtesy dell’artista e Meyer Riegger, Berlino/Karlsruhe

Per questo evento la curatrice Roberta Tenconi ha sviluppato un progetto inedito e immersivo in cui opere esistenti sono affiancate a nuove produzioni tra cui installazioni, sculture, oggetti fuori scala, collage e monumenti performativi. Tutti questi lavori partono dalla convinzione che il corpo umano è una macchina e come tale necessita di revisioni e rigenerazioni costanti. Sognare diventa quindi fondamentale per interrogarci sul disorientamento del vivere contemporaneo e per trovare una risposta.

Flavia Annechini

Eva Kot’átková
The Dream Machine is Asleep
A cura di Roberta Tenconi / 15 Febbraio – 22 Luglio 2018
Pirelli HangarBicocca
Milano

Orari delle performance

Asking the Hair about Scissors
giovedì 18-20, domenica 17-19

Heads
Feeding the Cleaning Machine with what Others didn’t Finish
sabato e domenica 18-20

Ingresso gratuito

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