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Le anamorfosi di Georges Rousse nel Familistère di Guise

Tra il 1859 e il 1884 Jean-Baptiste André Godin, imprenditore di vedute fortemente innovatrici, vicino alla sua fabbrica a Guise (nel dipartimento francese dell’Aisne, in Piccardia), crea il Familistère, una cittadella ideale che coniuga diverse teorie abitative dell’epoca – tra cui l”utopia comunitaria di Charles Fourier – e che, tra i suoi 2000 abitanti, annovera dirigenti e maestranze che si trovano a convivere disponendo di strutture e servizi assolutamente innovativi per l’epoca.

┬®Georges Rousse - Guise 2015
┬®Georges Rousse – Guise 2015

Oltre a unità abitative concepite per essere standardizzate e salubri, il complesso comprende una piscina, un teatro e una scuola nella quale tutti i bambini della comunità vengono scolarizzati a prescindere dall’appartenenza sociale. Tra alterne vicende il luogo resta abitato per un secolo e, in tempi recenti, a seguito di un ampio intervento di recupero ancora parzialmente in corso, è tornato ad accogliere unità familiari se pur a livello condominiale e non più comunitario.

┬®Georges Rousse - Guise 2015
┬®Georges Rousse – Guise 2015

Più sezioni sono state trasformate in un museo che testimonia dell’utopia realizzata da Godin. E proprio l’idea della traduzione di un illusione in realtà è alla base delle undici installazioni site spefic che l’artista francese Georges Rousse ha concepito nell’ambito della mostra Utopia in corso al Familistère fino al prossimo 20 settembre. La produzione di Rousse è incentrata sull’anamorfosi, una tecnica che permette di creare illusioni ottiche a partire da immagini distorte che acquisiscono una forma specifica solo osservandole da una posizione precisa.

┬®Georges Rousse - Guise 2015
┬®Georges Rousse – Guise 2015

 

Nell’intento di creare un legame tra il passato e i nostri giorni, l’artista interviene direttamente sulle architetture di edifici abbandonati o connotati da una forte impronta storica e realizza interventi pittorici che vengono fissati attraverso la fotografia. In un gioco incentrato sull’ambiguità tra ciò che è reale e il fotomontaggio, luoghi dimenticati conoscono una sorta di seconda vita ed entrano a far parte di una storia rivisitata. È un viaggio nella dimensione della memoria che scardina le barriere spazio-temporali e conduce all’esplorazione di una nuova prospettiva.

┬®Georges Rousse - Guise 2015
┬®Georges Rousse – Guise 2015

Oltre a lavori basati sul termine “utopia” nella parte in fase di restauro, la mostra comprende una retrospettiva fotografica di opere precedenti e la ricostruzione minimalista di una parte dell’economato nella quale un cerchio – che si fa sfera per anamorfosi – esprime la volontà di far esplodere i limiti imposti dall’ortogonalità. Si segnala il filmato diretto da Christian Boustani che, nel documentare l’attività di Rousse durante la sua residenza al Familistère, ha saputo cogliere i risvolti lirici dell’artista senza incedere nell’autocompiacimento.

Danilo JON SCOTTA

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