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Live Arts Week V, il gusto per i segni

Live Arts Week: il festival dedicato alle live art, arriva alla quinta edizione va in scena dal 19 al 23 aprile 2016 al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Live Arts Week
Live Arts Week

Certamente io sarei d’accordo nel definire la semiotica lo studio della semiosi in tutte le sue forme, e la semiosi è un processo che si trova a molti e diversi livelli, ogni qual volta qualcosa sta al posto di qualcos’altro sotto qualche rispetto o capacità, e si stabilisce un rapporto tra un segno, il proprio oggetto e il proprio interpretante – come avrebbe detto Peirce. Ma basta questa definizione, in sé assai vasta, a circoscrivere i limiti e il campo di una disciplina?” (Umberto Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, 1994).

Con queste parole Umberto Eco s’interrogava sulla definizione di “semiotica”. Un segno possiede la straordinaria potenza di innescare una serie di suggestioni, immaginazioni, sensi ed emozioni difficilmente calcolabili. Live Arts Week nella sua quinta edizione sceglie di meditare su questo universo, proponendo un gioco di rebus ed enigmi in cui lo spettatore sarà l’anello comunicante tra linguaggio performativo ed esperienza. Gianni Peng, interfaccia del festival (di cui vi avevamo parlato per l’edizione 2015), si manifesta sotto una luce ancora più enigmatica.

Sara Manente, Spectacles
Sara Manente, Spectacles

Il MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, è la location che accoglierà gli eventi in programma: prima con il prologo di Mårten Spångberg (S) Natten, andato in scena il 15 aprile, poi con il corpo della manifestazione dal 19 al 23 aprile.
Live Arts Week esplora il linguaggio dei segni attraverso diversi canali: dal live research alla sound art; dal live media act al film; la semiosi al suo interno si moltiplica, cambia voce, colori, suoni e movimenti, vediamo in che modo.

Il 19 aprile Sara Manente (I) inaugura e accompagna l’evolversi del festival con la prima italiana del live research Spectacles. Coreografa e ricercatrice, l’autrice prende spunto dalla distanza che intercorre tra linguaggio ed esperienza, proponendosi di restituire in modo “emancipato” la relazione tra danza e punto di vista performativo.

Minoru Sato, SGS
Minoru Sato, SexGodSex

Nella stessa giornata Minoru Sato (J) ci conduce nella direzione semantica del suono con l’opera SexGodSex, nome di una serie di performance sonore in cui l’autore utilizza uno strumento ibrido (corda/percussione) di propria invenzione. Il lavoro è un richiamo d’amore sonoro, espresso in un gioco di feedback elettroacustici; il sentimento attraverso questa opera si manifesta come un’estasi ciclica di suoni, fondendo con semplicità elementi di diversa natura.

Trond Reinholdtsen, episode 6
Trond Reinholdtsen, Ø, episode 6

In chiusura di giornata, inizia il ciclo dell’installazione operistica Ø del compositore Trond Reinholdtsen (N): sette film, presentati nel corso del festival, in un nuovo scenario creato per gli spazi di MAMbo. Nel ciclo Ø, l’autore ha trasformato il suo spazio di vita in un organismo dove tutti gli elementi dell’istituzione operistica sono stati ricreati nella loro essenza funzionale. Un’opera d’arte totale sospesa tra arte e politica, visione di un autore presentato come “guerrigliero della teoria estetica, che ha scelto di vivere in apparente totale isolamento dal sistema”.

Leif Elggren, Swedenborg Lusthuset
Leif Elggren, Swedenborg’s Organ

Il 20 aprile Leif Elggren (S) presenta Swedenborg’s Organ, una sound performance ‘illustrata’ che nasce dalla scoperta di un organo da camera custodito nella residenza estiva del filosofo, scienziato e mistico svedese Emanuel Swedenborg. In questo luogo Leif Elggren ha registrato i suoni dello strumento e i rumori dell’ambiente che lo ospitava, per ricreare sonoricamente il percorso scientifico e spirituale di Swedenborg.

Hecker, Synthetic Hinge
Florian Hecker, Synthetic Hinge

Il 21 aprile per la prima volta in Italia il trittico di Florian Hecker costituito dalle opere sonore: ChimerizationModulator e Synthetic Hinge. Nella prima opera l’autore utilizza il termine ‘chimerizzazione’ come nozione chiave per verificare un nuovo e rivoluzionario approccio compositivo, mirato a creare una “chimera auditiva”; Modulator celebra invece il concetto di suono in quanto essere “immateriale”, tramite una sequenza di brevi episodi; Synthetic Hinge rappresenta un’evoluzione di Hinge (cerniera), installazione audio per tre canali, in una versione generata dal computer che trasforma la voce dal registro umano ad uno totalmente sintetico, dando luogo ad una nuova entità parlante.

Tropa Macaca, A Mente Certa

Il 22 ancora una prima italiana: A Mente Certa del duo portoghese Tropa Macaca. Un’opera dedicata al ruolo della seduzione come parte ineliminabile dell’arte e della vita. Una techno-ballata inseparabile dalla sua controparte videografica.

Invernomuto, Negus
Invernomuto, Negus

Il festival chiude il 23 aprile, nella cornice della festa cerimoniale in più atti degli Invernomuto (I): Negus. Un viaggio travolgente tra Etiopia, Italia, Giamaica, passando per Svizzera e corno d’Africa in una storia che lega mito, rito e natura. Il segno trionfa come un’epifania, in un’opera performativo-installativa concepita insieme a Xing – ideatore del festival – che incastona al suo interno tre live sonori di Lamin Fofana, Primitive Art e Duppy Gun accompagnati al microfono dal giamaicano I Jahbar. Un palinsesto di live set, sonorizzazioni e accensioni che, per sommatoria, copriranno l’intera serata conclusiva di Live Arts Week.

Sara Cucchiarini

Live Arts Week
19-23 aprile 2016
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
http://www.liveartsweek.it

 

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