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C’e’ Nettuno?

… Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare

                       “Com’è profondo il mare”, Lucio Dalla (segno zodiacale: Pesci)

 

Illustrazione di Mantissa
Illustrazione di Mantissa

Ci sono cose che non potremo mai toccare, possedere, masticare. Non potremo acquistarle, udirle, leggerle, incorniciarle, forse nemmeno nominarle. Son quelle cose che sfuggono ai sensi che siamo abituati a utilizzare per decifrare la “realtà”, ma che se ci si affida a una percezione sottile, che si unisce all’invisibile e si fonde all’impalpabile, si manifestano in tutto il loro potere. Più che di cose, si può forse parlare di spirito che da esse viene emanato… L’aura che muove intorno, serpeggia profuma e ammorbidisce un oggetto, una persona o un luogo, connotandone l’identità più vera…

Ebbene esiste un archetipo, un principio, un dio  -come i nostri antenati e alcuni contemporanei ci raccontano- che cogliendo e profondendo al mondo queste vibrazioni lo fa andare avanti, trasformandolo lentamente, annebbiandolo di tanto in tanto in un vapore umido e magico che per un attimo fa dubitare della cosiddetta oggettività del reale, svelando il segreto di perenne mutamento e di misteriosa appartenenza fra tutte le cose, che solo il nostro occhio non è abituato a vedere unite. Ci fa capire che nulla è disegnato per sempre e che tutto può essere ancora immaginato inventato plasmato a seconda dello spirito del tempo, della sensibilità delle persone, della loro capacità di trascendere il qui e ora per captare cosa si muove oltre, al di là…

Nettuno, mitologicamente dio del mare, è colui che ci aiuta ad oltrepassare i confini e a farci rapire dallo spirito delle cose, a crederci, a sentirlo, facendoci avvicinare a quel processo di metamorfosi della forma sinora percepita – coi suoi limiti, le sue linee nette e chiare a posizionare ogni oggetto nello spazio e nel tempo- e a perderci in una dolcissima dissoluzione dei contorni…

Varcata la soglia eccoci nel regno dell’acqua, dell’indistinzione, dove ogni molecola si fonde e si identifica con l’oceano di altri milioni di miliardi di molecole. Siamo astrologicamente nella Dodicesima casa, quella dei Pesci, luogo in cui le vibrazioni corrono liquide su fili trasparenti di mondi accessibili solo a chi varca le soglie, sintonizzandosi nella musica, nell’arte, nell’altro da noi chiunque esso sia, nella spiritualità, nel mistero dei cicli di vita e dell’Anima…

Ad ogni suo passaggio il greco Poseidone dona occhi improvvisamente più sognanti, un sentire ricettivo di giorno in ascolto di segnali invisibili e di notte in attesa di immagini che ci riconnettano a qualcosa di più grande… l’inconscio collettivo in cui pescare tesori sommersi, di cui Jung ci ha svelato l’esistenza. Il meraviglioso oceano in cui ogni memoria giace e mai muore; un ecosistema che ci parla di infinito e inafferrabile, a ricordarci che l’acqua scorre comprende accoglie nutre e non si pone limiti, non fa distinzioni. Dio del sogno della fantasia e dell’ebbrezza, Nettuno è il Dioniso che regna in ognuno di noi, il solvente interno in grado di dissipare ogni separazione, ogni paura, ogni pericolosa certezza che bloccherebbe il normale processo di divenire, porgendoci in donola fede nell’invisibile e in quella feconda alteritàdi prospettive e possibilitàrispetto al così grigio e limitato normale.

Nettuno
Nettuno

Interessante sapere che il pianeta Nettuno, dopo 164 anni di “assenza” dal segno di cui simbolicamente è signore, i Pesci, da un anno è lì ritornato e lì transiterà per i prossimi 13 anni…

In attesa di raccogliere i suoi messaggi individuali e collettivi, posto che l’arte ha sempre a che fare con Nettuno, alzando gli occhi dalla carta e cercando di unire in un’unica onda le esperienze raccontate in queste pagine è come se si avvertisse il bisogno di una riproposizione quasi nostalgica di autori simboli ed esperienze altamente nettuniane sì, ma appartenenti a qualche generazione fa… Come per una ricerca di conforto, come se il primo passo alla nuova chiamata del Dio che non ha forma (nel mito ogni volta che saliva in superficie prendeva le sembianze di chi gli faceva più comodo senza mai palesarsi), sia quello di rituffarsi in conosciute dissoluzioni e in già sperimentate fusioni, ecco riproposti Illuminati e illuminanti portatori di valori figli del nostro archetipo, che a loro tempo hanno ridisegnato gli immaginari e valicato i confini. Liquefacendoli e iniettandoli di misticismo nella pionieristica videoarte di Viola, dove l‘elemento acqua pare il più intenso veicolo di meditazione e trasformazione, grazie a una fruizione lenta e “in apnea” di immagini spesso evocanti uno stato di limbo fra vita e morte; trascendendo il corpo dopo averlo ferito, provato, condividendone i segni attraverso le azioni performative di Gina Pane; sperimentando la mescolanza di generi in una innovativa sincronia fra teatro opera e danza, nel monumentale omaggio al genio guarda a caso della relatività, che ha fatto scendere dal trono dell’assoluto i concetti sino a prima intoccabili di spazio e tempo (Albert Einstein, segno zodiacale: Pesci, altro caso?); nel superamento delle cronicizzate separazioni tra spirito e materia, natura e cultura promosso dalla rassegna “animista”, sull’onda dell’impellente urgenza di restituire anima alle cose per ritrovare il “senso perduto”, per salvare il pianeta, noi stessi, la Natura, il mare…

Ma il Nettuno che si sta manifestando non è solo retrospettivo… arte e vita cominciano a dar segnali di nuove mescolanze, causa e conseguenza di orizzonti sbordanti dai confini sinora tracciati, e di un derivante appello a valori universali di solidarietà, attenzione e partecipazione in cui credere. Col suo luminoso tridente ci svela attraverso le immagini l’urgenza di fusione coi mondi animale e vegetale, preziosi maestri da cui imparare a volare tutti nello stesso cielo per poi tornare a casa; la necessità di capovolgere il punto di vista per capire quanto quello da noi vissuto e in noi incarnato rischi di impoverirci, umiliarci, autodistruggerci; ma soprattutto ci sta mostrando una possibilità di riscatto, apertura, trasformazione e guarigione. Il grande insegnamento viene dal cinema, che non potrebbe sintetizzare meglio il nostro Nettuno in Pesci e la sua corrispondente casa dodicesima. Luogo che raccoglie chi è considerato diverso, alieno in qualche modo alle dinamiche sociali e dunque malato, mal funzionante, chi concentra in sé pulsioni inconsce, vive e palpitanti eredità di tutti ma manifeste solo in alcuni soggetti pronti per questo a sconvolgere l’ordine costituito, qui dovrebbe trovare cura e guarigione.Ecco allora che ricoveri, ospedali psichiatrici, carceri, sono posti dall’astrologia proprio nell’ultima casa dello zodiaco, in cui dall’indistinzione si uscirà alchemicamente distinti, in questa o in un’altra vita, pronti per un nuovo giro di ruota. Cesare deve morire mostra al mondo la possibilità di fondere e sublimare la propria diversità nelle parole dell’arte, nella magia dei ruoli del teatro, in cui mutando identità ci si può paradossalmente avvicinare molto più a se stessi, trascolorando il proprio Nettuno dalle tonalità più dannosamente disordinate a quelle più nobili e compassionevoli, trasformando il proprio “pericoloso  funzionamento” in qualcosa di emotivamente collettivo che si spera sia catartico, per tutti…Impossibile non notare la coincidenza di una doppia vittoria in merito, con la premiazione a Cannes del film di Garrone il cui protagonista pluriosannato è un ergastolano al carcere di Volterra.

Se almeno per un attimo scioglieremo le mura delle carceri di massima sicurezza in cui siamo rinchiusi, sentendoci vicini e tutti fatti della stessa acqua, allora sì, potremo risponderci: c’è Nettuno!

Se lasceremo che i flussi di sogni e corpi si spostino come l’acqua al di là di ogni frontiera, allora sì, potremo risponderci: c’è Nettuno!

Se all’attuale crisi economica e ai disastri ambientali che fanno crollare ogni certezza seguirà una coscienza collettiva più ricettiva morbida e solidale allora sì, potremo urlare: c’è Nettuno!

E’ chiaro / Che il pensiero dà fastidio / Anche se chi pensa / E’ muto come un pesce / Anzi un pesce / E come pesce è difficile da bloccare / Perchè lo protegge il mare / Com’è profondo il mare
… Il pensiero come l’oceano / Non lo puoi bloccare / Non lo puoi recintare …

ARCHE-Tip: I funerali di Lucio Dalla, lo scorso 4 marzo 2012, si sono svolti nell’affollata PiazzaGrande di Bologna, sotto l’attento sguardo del maestoso Nettuno

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