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Disegni e azioni per una pratica al plurale sulla natura

Quanto pesa un disegno? Difficile dirlo, la leggerezza formale inganna e nasconde una sovrapposizione di segni e letture. In ambito artistico è un mezzo praticato, in particolare per indagare aree e temi che richiedono uno sguardo lento, stratificato. Lo studio della natura, ad esempio. Autori con percorsi eterogenei individuano soluzioni formali inedite per riflettere su questioni ecologiche e, spesso, convogliano l’analisi in pratiche collettive, tese a ristabilire un contatto con l’ambiente. Disegnatori e illustratori sviluppano microanalisi di situazioni, contesti e storie e traducono la propria ricerca in una riflessione intima ma aperta al confronto con altre discipline e al sapere scientifico. Il disegno diventa parte di un processo, il tratto dà forma all’osservazione e documenta l’azione della natura che si riappropria di spazi rubati.

Martina Merlini, disegno per link magazine
Martina Merlini, disegno per link magazine

Alcuni esempi: Asylum,progetto di Martina Merlini e Tellas con la collaborazione di Enrico Gabrielli che incrocia disegno, suono, installazione e riflette sull’idea di casa, di luogo a cui ritornare. Al centro un grande nido frutto di un lavoro prolungato, meticoloso come quello degli uccelli che costruiscono il proprio habitat con rami, foglie e guano. Ogni approdo di Asylum comporta una sua riformulazione, il nido viene ogni volta costituito a partire dagli elementi naturali presenti nel luogo, forma e sostanza dell’installazione mutano a seconda del tipo di vegetazione incontrata. La ricerca nella natura è affiancata a uno studio sul segno, che si fa largo nei fogli a parete, tra i volatili disegnati a grafite da Martina Merlini e le ramificazioni astratte di Tellas. Le differenze del tratto si perdono in una visione d’insieme uniforme, resa ancora più scorrevole dai suoni intermittenti prodotti da Enrico Gabrielli che nella loro apparente instabilità rivelano solidità più intrinseche. Asylum ci parla della capacità degli uccelli di orientarsi in volo, contrapposta al nostro disorientamento in terraferma.
Sembra mosso dalle stesse intenzioni Ciredz, autore che trae dalla natura materiali ed elementi astratti e li trasforma in tracce. I disegni, a matita su un quaderno o serigrafati, sono precari, tesi verso la ricerca di un equilibrio, complessi sia sul piano visivo che concettuale. Alcune produzioni recenti mostrano zolle di terra sospese nell’aria, in apparenza leggere eppure capaci di sostenere porzioni di paesaggio con pali elettrici, lampioni, recinti e pareti di mattoni. A volte i disegni escono dal foglio per concretizzarsi in un’installazione o in una scultura a parete. L’accumulo si specchia nella resa formale e l’assemblaggio di fogli conduce a opere molto grandi, che coprono intere superfici.

Un progetto illustrato, nato e sviluppato in rete, è Semidisegnitelodico. Curato da Sara Trofa, in collaborazione con Riccardo Guasco, è pensato come una costellazione e riunisce autori con percorsi e tratti diversi, chiamati ad illustrare una parte di una storia. Tutto ruota attorno ai semi che aspettano sottoterra di diventare germogli, verdura, prati o foreste. Come la la parte visiva anche il testo e il linguaggio seguono una linea precisa, prendono le distanze da una lettura mordi e fuggi e propongono modalità di fruizione più lente. Scrive la curatrice: Semidisegnitelodico è uno spazio virtuale, una serra in cui le parole prime sono cura, passione e attenzione. Ma anche gioco, intreccio, contaminazione. Le immagini danno corpo alle parole e riportano l’attenzione su un elemento minimo, da cui tutto si sviluppa e si propaga. Illustrazioni lineari ed elaborazioni più complesse coabitano dentro il sito che viene coltivato ciclicamente e cresce come una pianta.

Tellas, disegno, 2012
Tellas, disegno, 2012

Il disegno cede il passo al testo in Paesaggio, pubblicazione periodica a cura di Blauer Hase, gruppo di ricerca attivo dal 2007 e formato da Mario Ciaramitaro, Riccardo Giacconi, Giulia Marzin e Daniele Zoico. I loro interventi, orientati verso la partecipazione, sono multidisciplinari e moltiplicano prospettive e punti di vista. In Paesaggio la natura si astrae e i luoghi fisici sono affiancati da spazi e costruzioni mentali. In ogni numero gli artisti coinvolti sono invitati ad elaborare un paesaggio scritto, senza l’ausilio delle immagini. Il risultato è un progetto condiviso, articolato in opere, documenti, appunti, note e dialoghi. La pubblicazione riconsidera l’approccio alla materia, si concentra su un oggetto di ricerca e individua una soluzione concettuale e formale flessibile, capace di definirsi di volta in volta. Interventi di questa natura sono necessari perché interrogano piuttosto che affermare e sostengono la complessità. Senza delimitare territori, con uno sguardo orizzontale.

Saul Marcadent

D’ARS year 52/nr 210/summer 2012

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