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Il 900 a Milano

Tre anni di lavori, centoquarantamila ore di attività, ottanta operai e venticinque restauratori al giorno, in media, in cantiere, ottomila e duecento metri quadrati di superficie, di cui quattromila di spazio espositivo, quattrocento opere in mostra; un progetto vinto dal Gruppo Rota di Italo Rota, Fabio Fornasari, Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari e Alessandro Pedretti, che prevedeva una modifica, la riorganizzazione e il restauro del Palazzo dell’Arengario; un comitato scientifico creato ad hoc, presieduto dal Direttore Centrale Cultura Massimo Accarisi e dal Direttore Settore Musei del Comune di Milano Claudio Salsi, coordinato da Marina Pugliese, Direttore del Progetto Museo del Novecento, ora Direttore del Museo, e composto da Piergiovanni Castagnoli, già direttore della GAM di Torino, Flavio Fergonzi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Udine, Lucia Matino, ex Direttore delle Raccolte d’Arte, Antonello Negri, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano e Vicente Todolì, già Direttore della Tate Modern di Londra; trecentomila visitatori nei primi due mesi di apertura, cinquemila ogni giorno.

Un allestimento, in successione cronologica, che parte dall’inizio del secolo e si conclude con i primi anni settanta, dal Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, attraverso le Avanguardie internazionali, la sala delle Colonne dedicata a Boccioni, fino al Futurismo, il Novecento italiano con l’arte degli anni Venti e Trenta, l’Arte Monumentale e Antinovecento, Lucio Fontana nel salone della torre dell’Arengario, un sala dedicata a Burri, un’altra con le opere degli anni Cinquanta dei maggiori artisti italiani, poi gli anni Sessanta, una sezione per l’Arte Cinetica e Programmata, la sala delle nuove figurazioni dal Realismo esistenziale alla Pop Art, una selezione di artisti della Pittura Analitica, l’Arte Povera.

Otto sezioni monografiche, che vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Marino Marini; la sala degli Archivi del Novecento con una mostra temporanea di libri e documenti dalle collezioni della Biblioteca d’Arte, la sala Focus dedicata a Morlotti, la sala delle Esposizioni Temporanee con una installazione di Italo Rota, un giardino d’inverno e la preview di una mostra fotografica in programma per l’autunno.

Museo del Novecento Foto di Gianni Congiu
Museo del Novecento
Foto di Gianni Congiu

Il percorso è stato pensato e concepito in complementarietà con la Casa Museo Boschi Di Stefano e le collezioni di proprietà del Comune di Milano sono state recentemente integrate da donazioni e depositi di opere e materiali d’archivio. Il Museo inoltre diventa la casa degli Archivi del Novecento, dedicati allo studio e alla conservazione di materiali e documentazione sull’arte del Novecento e sulle raccolte museali.

Un museo che parte dalla città, da Milano, che testimonia l’importanza nazionale e internazione del capoluogo lombardo. Un museo che non è un’antologia, che non mostra tutti i movimenti e le correnti che hanno fatto il Novecento, ma che, per scelta, “intende far vedere cosa voleva dire dipingere in quegli anni”, come dice Marina Pugliese, attraverso una selezione volta a valorizzare le opere presenti nelle collezioni comunali. “Non esiste il museo perfetto”, dice il Direttore, “certe aree andrebbero sfoltite, altre parti invece potrebbero essere migliorate”, certo il risultato è notevole.

Gratuito per tre mesi, fino al termine di febbraio, diventerà a pagamento, una decisione discutibile a detta di molti, ma forse necessaria, certamente utile affinché non sopravvenga una svalutazione del museo stesso, conseguenza possibile e forse inevitabile in un paese che manca, in parte, di quell’educazione al bene pubblico che caratterizza invece i paesi anglosassoni.

A due mesi dall’inaugurazione il primo bilancio è, per Marina Pugliese, “molto positivo” come quasi tutte positive sono le recensioni pubblicate sulla stampa italiana ed internazionale. Ne ha parlato persino il New York Times che ha inserito Milano al quinto posto nell’elenco delle città da visitare nel 2011, grazie anche agli investimenti compiuti dalla città proprio in ambito culturale, tra i quali spicca certamente l’inaugurazione del Museo del Novecento.

Un Museo da scoprire, da visitare, guardare ed esplorare a più riprese, una esposizione incredibile per la qualità e la quantità delle opere esposte, per il lavoro di progettazione e gli allestimenti, un luogo che mancava nella città della moda e del design, una casa per l’arte pensata per tutti, per gli appassionati, per chi la studia, ma soprattutto forse per chi la ama ma non la conosce.

Martina Ganino
D’ARS year 51/nr 205/spring 2011

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