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perAspera – attraverso le drammaturgie, per arrivare alle stelle

Per aspera ad astra” (attraverso le asperità alle stelle), con questo motto latino si ricorda che la via che porta alle “cose alte” è piena di ostacoli. Prendere visione, dialogare, interagire. Esistono tanti modi per entrare in contatto con il mondo dell’arte, ma quanti? Sulla base di questo interrogativo, verso una scoperta infinita di soluzioni, il festival perAspera si lancia verso l’ignoto, oltrepassando i confini dell’immaginazione.

Giunto all’ottava edizione, il festival bolognese, ormai maturo, amplia i suoi spazi, arrivando a raggiungere – oltre il capoluogo emiliano – anche Casalecchio di Reno, San Marino di Bentivoglio e Bazzano.

Rotozaza, performing art (TPO)
Rotozaza, performing art (TPO, 18,19,20 giugno)

La ricerca transdisciplinare del festival – performing art, teatro, danza, musica, installazioni, progetti speciali – inizia nel 2008 con l’associazione culturale alberTStanley, con l’obiettivo di portare il respiro dell’arte performativa contemporanea nei luoghi storici – e oggi anche urbani – della città. Un’invasione drammaturgica, che mira allo spettatore e cerca di coinvolgerlo, mettendolo al centro di questa ricerca. Un rapporto fluido tra arte, addetti ai lavori e semplici curiosi che vogliono mettersi in gioco e sperimentare in modo diretto le suggestioni innescate dalle svariate “drammaturgie possibili” presentate da perAspera.

La struttura della programmazione resta la medesima per ogni appuntamento: inizio delle serate alle ore 21, quattro lavori in successione nel corso di ogni sera, discipline differenti (performing art, danza, teatro, musica, installazioni) e uno spazio esterno allestito con un’area ristoro, in cui rilassarsi in momenti di socialità e di scambio tra artisti e pubblico.

Il festival inizia il 18 giugno al TPO di Bologna. In questa serata, per la sezione “performing art”, Rotozaza presenta Etiquette, un gioco di ruoli tra attore e spettatore, che si sviluppa attraverso la conversazione. A seguire per la sezione “musica” i Bologna Cello Project presentano Hypercellos, un concerto per violoncelli interattivi. L’esecutore, attraverso questi strumenti, amplia le proprie possibilità espressive; con la tecnologia degli “ipervioloncelli” infatti, anche il gesto esecutivo viene tradotto in variazione musicale. Nella sezione “teatro”, Macellerie Pasolini mette in scena la Parade: sulla croce. L’autore indaga e comunica la forte attrazione suicida della croce. Imposta lo spettacolo in quadri come una lenta via crucis, in cui il finale di ogniuno, conduce inesorabilmente alla morte.

Alessandra Bincoletto, installazione (TPO, 18-21 giugno)
Alessandra Bincoletto, installazione (TPO, 18/21 giugno)

La quarta sezione è quella dell'”installazione”. L’opera selezionata dal festival è quella di Alessandra Bincoletto: Out of the box. Un piccolo carillon accompagnato da strisce di carta, custodi di pensieri scritti da chi vive nella stessa città. Lo strumento attende che qualcuno ascolti e decori altre strisce con i propri pensieri. La magia della musica meccanica, già poetica di per sè, rivela le immagini sonore contenute nelle strisce. Un modo originale per materializzare i pensieri attraverso i suoni.

Al TPO il festival prosegue la programmazione fino al 22 giugno, mantenendo sempre lo standard di quattro lavori a serata, inserendo in alcuni casi anche delle repliche.

C. Pircher, performing art (Ex Hotel Pedretti, 4 luglio)
Carlotta Pircher, performing art (Ex Hotel Pedretti, 4 luglio)

Il 4 luglio ci spostiamo a Casalecchio di Reno, all’ex Hotel Pedretti, situato al centro della città. Ancora quatto lavori interdisciplinari. Si inizia con la danza di Fabrizio Favale/Le Supplici: Hood – Flowers will cover the year, and the Rohirrim will be under; Fort Apache. Astrazione e materia intima sorreggono la coreografia dei due danzatori, in un intreccio di figure fulminee e pulviscolari. Per la sezione “performing art” Carlotta Pircher presenta One Hundred Women. Rossetto e sangue, per una donna che s’interroga in modo meccanico sul suo ruolo sociale, in relazione al rapporto con se stessa e con il proprio uomo. Per l'”installazione” il programma prevede l’opera Sogno di una sfera viaggiatrice dei F.lli Santoro. Il lavoro ripropone visivamente il sogno della Sfera, uno dei personaggi del racconto fantastico Flatlandia, scritto nel 1882 da Edwin A. Abbott. L’installazione si concentra principalmente sull’aspetto psicologico e scientifico del racconto, aprendosi verso una dimensione onirica.

Vincenzo Scorza, installazione (Villa Smeraldi)
Vincenzo Scorza, installazione (Villa Smeraldi, 11 luglio)

L’11 luglio è la volta di San Marino di Bentivoglio, precisamente nel cuore di un suggestivo parco storico all’inglese, dove è situata l’ottocentesca Villa Smeraldi. Sede dal 1973 del museo della civiltà contadina, ospita anch’essa quattro lavori divisi in diverse sezioni. Per la “Performing art”: Boscaro-Arosio presenta Appunti Pari per un Novissimo Bestiario # Villa Smeraldi. Avviato nel 2007 dal gruppo Ipazia (Fedra Boscaro, Livia Solmi, Andrea Fiorini), è un work in progress che indaga su “esseri immaginari” emblematici della cultura e degli immaginari propri della contemporaneità. Uno studio sullo “sviluppo universale della personalità”, sperimentando modalità di autorialità partecipata.

Annaki (Anna Marocco) per la sezione “danza” presenta H.O.M.E.. “Casa” come contenitore e contenuto, un progetto artistico di natura site-specific in cui l’alternarsi e il sovrapporsi di video installazioni, oggetti e corpi, contribuiscono a costruire un habitat performativo in continua trasformazione. Per l'”installazione” è la volta di Vincenzo Scorza con l’opera Don’t Leave Me Alone. Un progetto paradimensionale pensato per la ghiacciaia della villa, in cui l’autore gioca sulla dimensione spazio/tempo. Attraverso suoni e visioni, crea l’effetto di porte dimensionali, attraverso le quali condurre lo spettatore oltre il ventre dell’esistenza.

Teatro Magro, teatro (Rocca Bentivoglio 11 luglio)
Teatro Magro, teatro (Rocca Bentivoglio, 18 luglio)

Ultimo appuntamento del festival il 18 luglio, in una delle location più suggestive del programma: la Rocca dei Bentivoglio, Valsamoggia (Bazzano). Evidenziamo in questa serata conclusiva per le sezioni di “danza” e “teatro”, rispettivamente: Francesca Antonino in I’ll be there – in testa a un marinaio. Dopo il volo, la caduta e lo schianto, sperimenta il rapporto tra luoghi fisici e zone emotive partendo dalla necessità di ricostruire; nella seconda sezione il Teatro Magro in Omelette, rielabora il pensiero di Antonin Artaud, il quale riteneva che in teatro fosse necessario mettere sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio: gesto, movimento, luce e parola. Una serie di scene intermittenti tra teoria del drammaturgo francese, riflessi della propria esperienza personale, frammenti di narrazione e appigli artistici, alla ricerca di una personale catarsi.

F. Antonino, danza (Rocca Bentivoglio, 18 luglio)
Francesca Antonino, danza (Rocca Bentivoglio, 18 luglio)

Per approfondimenti e per consultare il programma completo del festival, potete farlo qui.

Sara Cucchiarini

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