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Sarà un “concertino” che vi seppellirà

“C’era una volta il concertino dal balconcino…” sembra l’inizio di una favola, una storia dal sapore antico, che nonostante i ritmi moderni, ci invita a sederci e prenderci un po’ di tempo per ascoltare. Proprio così, fermarci ad ascoltare, perchè questo è il senso del concertino dal balconcino, bloccare per un’ora la nostra frenetica vita per ascoltare della buona musica dal balcone di casa di Maksim Cristan e Daria Spada, in Via Mercanti 3 a Torino.
Pensate che magia: state passeggiando tranquillamente per la città, quando all’improvviso sentite della musica provenire dal cortile interno di un condominio, le porte sono aperte, entrate e all’interno trovate un bel gruppo di persone col naso in sù, che ascoltano dei ragazzi suonare da un balcone. Questa è verità, altro che fantasia.

Fotografia di Antonella De Bonis
Fotografia di Antonella De Bonis

 

Ma come le migliori favole, anche una bella realtà a volte nasconde un retrogusto amaro. Infatti, sono venuta a conoscenza di questo concertino dal balconcino nel novembre scorso, leggendo un articolo che ne allertava un’ipotetica fine. Tutto questo per una denuncia, rivolta ai promotori dell’iniziativa, da parte dell’amministratore del condominio, per “disturbo della quiete pubblica”. Senza speranze, nella mia mente ho archiviato questa esperienza come prossima a una conclusione. Ma come un tarlo, questo concertino ha continuato a ronzarmi in testa nei mesi successivi, finché qualche giorno fa ho deciso di controllare se esistesse ancora oppure no e – incredibile – c’è ancora, nonostante la denuncia ancora in atto e i continui esposti ricevuti.

Sostenuto dalla maggioranza dei condomini, dai passanti/spettatori e dagli artisti che collaborano con il gruppo punklirico di Maksim e Daria (“MCCS – Maksim Cristan Con La Spada”), il concertino resiste e, da ormai più di tre anni, ogni domenica alle 16 (alle 17 in primavera/estate), continua imperterrito a proporre musica, introdotta ogni qualvolta dalla performance del Radiocitofono: la radio condominiale che va “in onda” dal citofono di Maksim e Daria.

Fotografia di Gustavo Boemi

Ma perché vi sto raccontando questa cosa? Perché ogni storia ha una sua morale e alla base del concertino c’è molto di più di un semplice concerto dal balcone. C’è la voglia di socializzare, di condividere ciò che si ha, di formare una comunità intorno ad un evento musicale. Oggi che le piazze, da luogo deputato per il popolo, sono diventate bomboniere quasi “inaccessibili” e le “piattaforme virtuali” stanno sempre più tracciando obblighi e confini, l’esperienza artistica del concertino è come uno spiraglio di luce, il simbolo della nostra volontà di rimanere semplicemente individui sociali. Perché questo è umano; questo è sacro: avere il privilegio di fermarci, prenderci del tempo per parlare, guardarsi e perchè no, ballare.

Il rituale del concertino fino ad oggi, ha infatti rappresentato una spinta emotiva per molte persone, basta poco: un giorno Maksim e Daria hanno cambiato casa e come dono per il nuovo vicinato hanno deciso di offrire quello che di più importante potevano offrire, la loro musica, era il 30 ottobre 2011. Quel giorno, da quel dono è nata una bellissima esperienza che il regista Luigi Mezzacappa (AmicoHarvey Production) cercherà di raccontare con un documentario intitolato Ogni Santa Domenica e che verrà presentato il 6 marzo al Cecchi Point, una “casa di quartiere” in Via Antonio Cecchi 17 a Torino.

Oggi Il concertino dal balconcino rischia ancora di scomparire e per questo motivo deve essere raccontato e soprattutto vissuto finchè è reale. Magari, divulgando e vivendo questa esperienza, proprio ora che la primavera è alle porte, oltre ai fiori, inizieranno a spuntare anche tanti “concertini” dai nostri balconi, ricordando però il saggio consiglio di Maksim: “…l’importante è stare sulla linea gialla”.

Sara Cucchiarini

 

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