(…) La riduzione alla razionalità hegeliana dell’uno, che è stata l’ossessione del ‘900, ha prodotto i totalitarismi fascista, nazista e stalinista: tutti con la pretesa di creare l’uomo nuovo attraverso l’espunzione e l’eliminazione del diverso. Dai rifugi antiatomici, alle oasi new age, all’ossessione sicuritaria che si dota di mura, di aree protette, di eserciti privati addetti alla difesa di proprietà e di oligarchi, il potere sta preparando da tempo cittadelle di rifugio e di comando accentrando in modo spasmodico risorse economiche e finanziarie e promuovendo guerre distruttive alle periferie.
Si tratta della controffensiva neo-antropocentrica transumanista le cui concezioni tecno-ottimistiche non escono dalla dualità corpo-mente della tradizione razionalistica occidentale – la ripropongono, anzi, come trascendenza tecnologica.
Da che parte del muro starà il post-umano? L’umano si sta chiudendo, come singolarità, nelle cittadelle dello sviluppo travolgente delle ICT , sempre più piccole e sempre più armate: col pericolo che la metafora di Rocco Ronchi sugli zombi possa interessare oltre i migranti anche la nuova forma di umanità a cui tutti noi apparteniamo (…).
Gıuseppe Manentı
D’ARS anno 55/n. 221/autunno 2015 (estratto dall’articolo)
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