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Cinema 2.0: il film a 360°, spettatori nella scena

Il film a 360° impone di ripensare completamente il linguaggio di cinema e video. Che ne sarà del montaggio e come si trasformerà il lavoro di sceneggiatura? Intanto nascono in Europa i primi cinema per la visione di questi film.

photo: VrCinema per film a 360°
Pubblico al VRCinema durante la visione di un film a 360°. Photo: VrCinema

Nel 2014 Mark Zuckerberg acquista per due miliardi di dollari la piccola società Oculus VR, azienda nota per aver brevettato un visore per la realtà virtuale. Nell’ambiente dell’informatica e dei videogame la prima domanda che tutti si posero fu: cosa ci farà l’inventore di Facebook con questa nuova tecnologia? Le prime ipotesi furono di un investimento per il gaming o per un futuribile web 3.0. Quello che è emerso negli ultimi tempi è stato il diffondersi di video e brevi film a 360° che hanno iniziato a invadere YouTube e Facebook e che sono stati pensati proprio grazie al rilancio dei visori per la realtà aumentata.

Il visore Oculus Rift ha ripreso l’idea di un vecchio device, nato negli anni Ottanta per esplorare la realtà virtuale, e ha trovato tra le sue applicazioni più sperimentate quella della visione di girati in ambienti esplorabili in tutte le direzioni. Siamo di fronte a una nuova tipologia di film ancora pionieristica ma già molto diffusa. Attraverso questi occhialini non vediamo solamente la scena ripresa davanti a noi, ma anche quello che succede alle nostre spalle o in qualsiasi altra direzione decidiamo di dirigere lo sguardo girandoci.
Questa nuova pratica apparentemente semplice, rivela un cambiamento profondo nella storia del cinema e del video. Per affrontare le sfide che stanno emergendo saranno necessari numerosi anni di studio da parte di registi e operatori del settore per cercare di trasformare questa moda in un linguaggio strutturato e codificato.
Regia, sceneggiatura e montaggio vengono completamente trasformati. È lo spettatore ora a decidere da quale punto di vista seguire le scene del film mentre il montaggio sparisce quasi del tutto. Il regista abdica a favore dello spettatore su molte delle scelte che prima rappresentavano la cifra del suo stile, mentre un linguaggio completamente nuovo aspetta di essere compreso ed esplorato in tutte le sue potenzialità.

Un film a 360° necessita di una sceneggiatura complessa che prenda in considerazione la visione di una scena che non viene più pensata per un unico punto di vista. Immaginiamo una tecnica del genere applicata a un film di Alfred Hitchock, ad esempio alla scena della doccia di Psycho: potremmo decidere di voltarci verso la porta e vedere la “madre” di Norman Bates entrare in bagno e seguirla mentre apre la tenda della doccia.

La ricerca cinematografica in questo campo è in fase di sperimentazione da qualche anno, mentre sul fronte dei device la produzione inizia ad essere molto variegata. Non esistono ancora film di lunga durata forse per il fatto che non siamo ancora pronti a vedere un video di due ore indossando un visore VR. Inoltre anche le vecchie sale cinematografiche non sono adatte alla visione immersiva proposta da questi film, per il semplice fatto che lo spettatore deve potersi muovere e girare completamente su se stesso.

Come già scritto, stiamo assistendo in questi anni a diverse sperimentazioni, tra queste la nascita del primo cinema a 360° è sicuramente una delle più importanti. VR Cinema (aperto a Berlino e ad Amsterdam, www.thevrcinema.com) è un cinema con sedie girevoli e, ovviamente, senza uno schermo. I film vengono visti attraverso dei visori dotati di smartphone di ultima generazione. La programmazione (ancora molto ridotta) offre una scelta di brevi film di diversi generi: horror, documentari o film di animazione. Un cinema di questo tipo può attrarre spettatori perché al momento non c’è una capillare diffusione di visori VR. Ma se e quando questi device saranno alla portata di tutti, è ovvio che gli spettatori potranno fruire dei film da qualsiasi luogo.

kinetoscope
Sala di kinetoscopio a San Francisco, 1895 circa

Se consideriamo un altro degli aspetti riguardanti la fruizione dei film, ovvero la visione “in solitaria”, è curioso osservare un cortocircuito tra presente e passato che ci porta indietro nel tempo di oltre cento anni, a prima della nascita del cinema, quando Thomas Edison vendeva la visione dei suoi film nelle sale con il kinetoscopio a visione singola (per approfondire: CINEMA 2.0: Thomas Alva Edison, il nuovo inventore del cinema)

Marco Pucci

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