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Andrej Tarkovskij – L’immagine dell’assoluto

Giulia Mengozzi

Milano, Spazio Oberdan, 13 Maggio – 12 Giugno 2011

Due dita d’acqua stagnanti. Il rigagnolo, specchio imperturbabile, rimanda un’immagine desaturata del cielo, delle fronde, del paesaggio. La nostra immagine, qualora vi ci si spinga nei pressi. Difficile guardare un acquitrino senza cercare di scorgervi qualcosa, dopo la visione di Stalker, senza lasciarsi suggestionare al punto di ricercare un’allucinazione liquida, una soluzione o un enigma, un’immagine. È nota la ricorrenza dell’acqua nella filmografia di Tarkovskij: egli stesso scrive che la natura profonda dell’immagine è “un mondo intero che si riflette in una goccia d’acqua soltanto!”
Nel 2003 viene pubblicato Luce istantanea, libro che raccoglie 60 polaroid realizzate dal regista tra la Russia e l’Italia e la mostra L’immagine dell’assoluto aggiunge alla collezione altri venti scatti inediti. Tarkovskij tenta di fermare il tempo, arginarlo nei profili delle sue polaroid: ottanta singole gocce d’acqua, ognuna delle quali riflette un intero mondo, abitato da composizioni dal sapore quotidiano. Un’icona russa troneggia nella penombra, uno still life improvvisato su un muro di cinta, rami carichi di foglie si stagliano contro cieli lattiginosi. Siamo estremamente vicini al diario, ma la matrice della mostra non è meramente biografica. Ogni scatto riflette la cifra del linguaggio tarkovskiano, ogni singola polaroid ha in nuce l’intera filmografia del regista.

Completano il percorso le lastre di Lev Gornung, fotografo, poeta ed amico della famiglia Tarkovskij: testimonianza di una Russia remota ed immobile, un primo Novecento che pare un repertorio illustrativo fittizio, creato appositamente per i libri di storia. Scatti che sono la spina dorsale di Zerkalo, il più schiettamente autobiografico tra i film di Tarkovskij. Vita quotidiana, ricordi, immaginazione ed immagini che mai si esauriscono nella pura rappresentazione, s’intersecano inscindibilmente in L’immagine dell’assoluto, aggiungendo un paragrafo ad una delle pagine più belle della storia del cinema.

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