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ARTE in CENTRO. Mete contemporanee – Qui non si canta al modo delle rane

ARTE in CENTRO. Mete contemporanee si prospetta come un ambizioso progetto curatoriale che stringe i legami tra due territori culturalmente comunicanti e sottolinea l’impegno delle istituzioni e degli enti coinvolti nel promuovere l’arte contemporanea attraverso eventi indipendenti e di qualità.

Pino Pascali, Baco da setola, 1968 (v.a.2)
Pino Pascali, Baco da setola, scovoli di setola acrilica su supporto metallico, Collezione Emilio e Luisa Marinoni, Lurago Marinone

Il progetto nasce nel 2014 per dare vita a un polo per l’arte contemporanea tra l’Abruzzo e le Marche e in questa seconda edizione – dal 26 luglio al 6 settembre – coinvolge tre città, Ascoli Piceno, Castelbasso e Pescara in un percorso espositivo diffuso dal titolo Qui non si canta al modo delle rane.
Curato da Andrea Bruciati, l’evento espositivo mira a focalizzare l’attenzione sulla storia recente dell’arte contemporanea prendendo le mosse da Gino De Dominicis, Gina Pane e Pino Pascali. Da questi punti cardine deriva poi la scelta e il coinvolgimento degli artisti che per affinità e influenze poetiche innescano un dialogo con l’eredità dei maestri.

Gino De Dominicis, Senza titolo, anni '90, fondo oro e tempera bianca su tavola, cm 90x120. Collezione privata
Gino De Dominicis, Senza titolo, anni ’90, fondo oro e tempera bianca su tavola, cm 90×120. Collezione privata

Queste le combinazioni che vedono associati ai tre maestri specifici luoghi espositivi e gli artisti invitati ad affiancarli: Gina Pane trova la sua collocazione nella Galleria Osvaldo Licini, nell’ex convento di Sant’Agostino di Ascoli Piceno, sede del suo dialogo con Yuri Ancarani, Francesca Grilli, Diego Marcon, Moira Ricci, Luca Trevisani.
Gino De Dominicis abita la dimensione del borgo di Castelbasso, con i suoi Palazzo De Sanctis e Palazzo Clemente, insieme a Thomas Braida, Luigi Presicce, Luca Vitone, Rosa Barba, Agne Raceviciute.
Pino Pascali si colloca nel contesto urbano di Pescara, nelle due sedi del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta, dove con lui si confrontano Pierpaolo Campanini, Federico Tosi e Invernomuto, Simone Berti, Rossella Biscotti.

Gina Pane, Enfoncement d'un rayon de soleil, 1969, 4 colour photographs, 110 x 163 cm overall Collection Anne Marchand /On deposit at the Frac des Pays de la Loire © Gina Pane/ ADAGP © Photo.Ville de Nantes, Musée des beaux-arts, Cécile Clos.  Courtesy Anne Marchand and Kamel Mennour, Paris
Gina Pane, Enfoncement d’un rayon de soleil, 1969, 4 colour photographs, 110 x 163 cm overall. Collection Anne Marchand /On deposit at the Frac des Pays de la Loire © Gina Pane/ ADAGP © Photo.Ville de Nantes, Musée des beaux-arts, Cécile Clos. Courtesy Anne Marchand and Kamel Mennour, Paris

Le mostre e una serie di incontri con gli artisti previsti per il mese di agosto, danno vita a un circolo virtuoso che intreccia la promozione del territorio e del suo patrimonio e innesca una riflessione di ricerca “altra” sulla storia dell’arte italiana. Per il curatore Andrea Bruciati questo significa andare contro schemi storiografici spesso tanto pregiudiziali, quanto limitativi: “Vorrei aprire a delle suggestioni, intuizioni diverse da quelle semplicemente cronologiche o per movimenti per dimostrare un dialogo continuo fra maestri e nuove generazioni che non necessariamente passi per il dato stilistico”.

Invernomuto, Malù – Lo Stereotipo della Venere Nera in Italia, 2015, video still courtesy of the artists and American Academy in Rome
Invernomuto, Malù – Lo Stereotipo della Venere Nera in Italia, 2015, video still
courtesy of the artists and American Academy in Rome

Gli chiediamo inoltre se questa volontà di dare una nuova prospettiva a quanto storicizzato non lo ponga nel rischio di essere etichettato come “eretico” proprio come l’autore del poema L’Acerba, l’abruzzese Cecco D’Ascoli (1269–1327) dal quale viene l’ispirazione per il titolo della mostra:“Ritengo che l’arte debba essere sempre eretica e chi opera come coordinatore e a supporto delle istituzioni e degli artisti non deve mai dimenticarlo. Inoltre, in quanto storico dell’arte, ritengo che si debbano sempre mettere in discussione elementi dati per ipotizzare nuove strade d’interpretazione e non vivere solo di citazioni stantie”.

Rosa Barba, Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints (yellow), 2012 1 filmic sculpture, 1 x 35mm film, motor , ca. 128,5 x 83 x 44,5 cm Courtesy Vistamare, Pescara e l’artista
Rosa Barba, Color Clocks: Verticals Lean Occasionally Consistently Away from Viewpoints (yellow), 2012 1 filmic sculpture, 1 x 35mm film, motor , ca. 128,5 x 83 x 44,5 cm
Courtesy Vistamare, Pescara e l’artista

Oltre agli indiscussi Gino De Dominicis, Gina Pane e Pino Pascali, punti di partenze dell’evento, la scelta cade su artisti che in Italia si continuano troppo spesso a chiamare emergenti – anche se vantano partecipazioni importanti a eventi come la Biennale o Documenta – e che si attestano in media tra i nati negli anni ’70/’80. Abbiamo chiesto ad Andrea Bruciati cosa ne pensa di questo fenomeno e se iniziative come Arte in centro nascono anche per arginarlo.
“Probabilmente tutto parte, almeno in Italia, da un problema di mentalità: credo che spesso si voglia etichettare come emergente qualcosa che non è ancora entrato nel nostro bagaglio culturale, qualcosa che deve essere ancora vagliato prima di essere accettato. Per questa diffidenza sistemica, l’artista vive in una sorta di limbo inerziale, dal quale essere espulso al primo passo falso. Ho sempre lavorato invece per creare una piattaforma di conoscenza e promozione dell’arte italiana,  partendo dalla sperimentazione e dalla ricerca; mi auguro che Arte in Centro possa rappresentare in futuro un luogo che rimarchi queste spinte pulsionali”.

Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, 2014, video HD, 1 minuto Courtesy l’artista e Laveronica Arte Contemporanea, Modica
Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, 2014, video HD, 1 minuto
Courtesy l’artista e Laveronica Arte Contemporanea, Modica

ARTE in CENTRO. Mete contemporanee è promosso da: Associazione Arte Contemporanea Picena, Ascoli Piceno. Fondazione Menegaz per le Arti e per le Culture, Castelbasso (TE). Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica, Pescara.

Martina Coletti

ARTE IN CENTRO. Mete Contemporanee
26 luglio – 6 settembre 2015
Qui non si canta al modo delle rane
Galleria Civica d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini – Ascoli Piceno
Palazzo Clemente, Palazzo De Sanctis – Castelbasso (Te)
Spazio Matta, Museo delle Genti d’Abruzzo- Pescara
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