La rivista nel 2022 è stata trasformata in archivio di contenuti.

La sollevazione

La gente comincia a cantare una nuova canzone, e comincia a farlo insieme. Questo è un movimento: un evento di condivisione che apre un nuovo panorama

(Bifo, La sollevazione)

 

Franco Berardi Bifo
Franco Berardi Bifo

Il recente libro di Franco Berardi Bifo, La sollevazione, collasso europeo e prospettive del movimento, parla di economia, politica e contestazione e descrive i motivi della disgregazione che investe tutti i campi e tutte le certezze della nostra vita, del nostro corpo e della nostra mente, individuali e collettivi.

Difficile riassumere il testo in poche righe senza scadere in una descrizione meccanica che si allontana dal messaggio di ricongiunzione tra esseri umani del testo stesso. Più facile cercare di condividere una lettura personale che sottende un’empatia con le teorie di Bifo.

Per mio nonno a vent’anni l’Europa era un campo di battaglia, la sua generazione ha ancora indelebile il volto di ciò che percepiva come nemico. Alla stessa età i miei genitori condividevano primavere di slogan, sogni e progetti in grado di inventare un futuro migliore nell’ormai avvenuta consacrazione della modernità. A noi l’Europa ha chiesto di disegnarle un volto unico promettendoci protezione, diritti e benessere e noi abbiamo risposto che bisognava abbattere la globalizzazione delle ingiustizie, quelle dovute all’ingerenza delle multinazionali sulla politica e l’economia degli stati di tutto il mondo a scapito dei popoli.

L’Europa descritta adesso da Bifo ne La sollevazione è quella che paga le scelte della speculazione finanziaria e che tramite la Banca Centrale Europea dice agli stati cosa è giusto o sbagliato fare; quella che segue la finanza per definire standard e regole comuni che non prevedono la tutela del benessere dei cittadini, dei servizi e dei diritti costruiti in passato, ma che anzi si fa convincere a tagliare la spesa pubblica proprio nei paesi con maggiori difficoltà. Scrive Bifo: Il Parlamento europeo è un luogo puramente simbolico, e non ha alcuna influenza sulle decisioni della Banca Centrale che è il solo reale decisore (o meglio, l’interprete delle regole monetariste incorporate nella macchina di governance finanziaria). Questa l’Europa del collasso – L’intero meccanismo della crisi finanziaria europea è stato finalizzato allo spostamento di ricchezza più straordinario che la storia umana abbia mai visto, dalla società verso la classe finanziaria, verso il capitalismo finanziario – Altrimenti definito da Franco Berardi Finazismo.

L’analisi del problema di Bifo si avvicina in parte a quella redatta nel manifesto-appello del movimento Decrescita felice, soprattutto nella considerazione del debito pubblico dei paesi europei quale strumento per continuare a far crescere la produzione di merci, mentre la domanda non cresce e l’unico modo per incrementarla è l’indebitamento. Ma va molto oltre, spiegando la natura intrinseca del sistema e indicandoci la difficile soluzione: la dittatura della finanza non sta nelle banche ma nel ciberspazio, negli algoritmi e nei software. La dittatura della finanza sta nella mente di tutti coloro che non sanno immaginare una forma di vita libera dal consumismo e dalla televisione. È nel semiocapitalismo (creazione di capitale attraverso la produzione e l’accumulo di segni che incide sull’immaginario sociale), che implica la de-materializzazione e la de-territorializzazione dell’economia.

La nostra difficoltà a reagire a questa situazione, secondo Bifo ha cause strettamente legate anche alla condizione della nostra sfera psico-fisica: i nostri corpi sono assopiti, repressi, la sensualità negata e controllata, mentre la parola “contatto” nelle relazioni sempre più agite tramite i mass media digitali assume un significato opposto al suo originale: nessun contatto fisico. Precarizzazione e semiocapitalismo portano alla disaggregazione e alla de-solidarizzazione delle persone, causando le psicopatologie tipiche del nostro tempo.

Andando più a fondo Bifo distingue due principi alla base della comunicazione, dell’incontro tra persone: quello connettivo, definito da una serie di regole codificate alle quali due entità differenti si sottomettono per poter agire una comunicazione di tipo funzionale – come nei casi della comunicazione linguistica o dell’operatività informatica; e quello congiuntivo, che comprende invece il reame della sensibilità, dell’intuito, del corpo, della comprensione del non detto, dell’empatia, del divenire altro da sé come nel caso citato da Bifo della vespa e dell’orchidea descritte da Deleuze e Guattari in Rizoma. Le persone possono concatenarsi tra loro sulla base di entrambi i principi. Tuttavia nella congiunzione connettiva, la più diffusa ormai, è fortissimo l’inquinamento, ovvero la sovrapproduzione di informazioni che sempre più velocemente ci investono con il conseguente ottundimento delle facoltà congiuntive. La sensibilità che viene meno in questa comunicazione connettiva, lascia nel dimenticatoio i nostri corpi come anche la solidarietà sociale. Da qui l’emergenza di una reazione, di una sollevazione, ovvero: levarsi in piedi, assumere in maniera intransigente la propria dignità di essere umano, di lavoratore, di cittadino […] Significa dispiegare nella loro pienezza le potenze del corpo, della conoscenza collettiva, della società, della rete, dell’intelligenza. Dispiegare interamente ciò che noi siamo, in maniera collettiva (da una lezione di Bifo all’Accademia di Belle Arti di Brera del 15 marzo scorso).

Immagine della copertina di Giancarlo Greco per il libro di Franco Berardi, “La sollevazione”, Manni, 2011.
Immagine della copertina di Giancarlo Greco per il libro di Franco Berardi, “La sollevazione”, Manni, 2011.

Determinato a smentirsi sull’idea che non sia possibile un futuro umano, indica come segnali di speranza la serie di contestazioni e rivolte che dai paesi arabi, a quelli europei fino ai movimenti americani hanno caratterizzato il 2011: Una geografia nuova della soggettività planetaria è sotto ai nostri occhi… ora tocca all’intelligenza analitica e all’immaginazione politica, trovare la strada. Tocca alla poesia elaborare un mantra che rimetta in circolo nella sensibilità collettiva le energie della solidarietà, dell’empatia, del desiderio di condivisione.

La creazione di un nuovo immaginario dunque, di una nuova idea di futuro o meglio la ricostruzione del futuro sulla base di quanto l’essere umano di bello già possiede, ma deve risvegliare. Il mantra di Bifo – recuperiamo la dimensione congiuntiva – può aiutarci a comporre un mantra della sollevazione e a liberarci dalla paura con la quale questo tempo di precarietà esistenziale e povertà, fisica e intellettuale, ci ha contagiato.

La sollevazione, collasso europeo e prospettive del movimento, Manni Editore, Lecce, 2011

Martina Coletti

D’ARS year 52/nr 209/spring 2012

share

Related posts