![](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2014/06/COPERTINA1.jpg)
Un paio di speciali ciaspole per camminare sopra i rifiuti delle discariche; un sombrero a più teste per stimolare la conversazione; coltellini svizzeri giganti che contengono oggetti ripescati dall’immondizia; una clinica temporanea per disturbi psicologici; attività di gruppo, workshop, performance e giochi di ruolo a tema sociopolitico: questo e molto altro è Pedro Reyes, 42 anni, designer impegnato e artista attivista da Città del Messico. Finora poco considerato in Italia, dove ha esposto una volta alla Biennale e una ad Artissima – nel 2009 non era nemmeno tra gli artisti di Las Américas Latinas allo Spazio Oberdan (ma non c’era neanche la guatemalteca Regina José Galindo) – Reyes è tra i nomi più interessanti della scena messicana e sudamericana contemporanea. L’anno scorso la Lisson Gallery l’ha preso con sé e ha subito esposto, nella sua sede di Londra, la sua invenzione più potente e fantasiosa: una serie di strumenti musicali, funzionanti, realizzati coi resti di armi da fuoco dismesse sequestrate ai narcos messicani.
![Pedro Reyes](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2014/06/COPERTINA.jpg)
Tutto è iniziato nel 2007, quando ha organizzato una campagna di donazione volontaria di armi da fuoco a Culiacán, una delle città più violente del Messico (e del mondo), il cui metallo è stato usato per farne 1527 badili, donati poi alla comunità per piantare nuovi alberi. L’idea degli strumenti gli è venuta qualche anno dopo, quando il governo di Città del Messico gli ha donato 6700 tra pistole, doppiette e mitragliatrici confiscate ai narcos di Ciudad Juárez. Con l’aiuto di un team di ingegneri del suono, musicisti e fabbri ferrai, ne ha ricavate due serie di strumenti, tutti funzionanti: Imagine, un’orchestra di 50 elementi composta da violini, violoncelli, chitarre, batterie, flauti, xilofoni e via dicendo; e Disarm, una band automatizzata azionata tramite un software.
![Pedro Reyes, Disarm (Pan pipes), 2013. Metal, 18x21x15 cm](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2014/06/REYES_1.jpg)
Sarebbe bello se, un giorno, questi strumenti venissero esposti accanto ai video delle performance di Regina José Galindo, nata e cresciuta in Guatemala, che in quanto a violenza è persino capace di battere il Messico. I due incarnano le due facce di una medaglia: Galindo lavora sull’oggetto della violenza, il corpo, usando il proprio come strumento artistico; Reyes lavora invece sugli oggetti usati per perpetrare la violenza, le armi, trasformandole da strumenti di morte, in strumenti di vita.
![Pedro Reyes, Palas Por Pistolas, 2007 – present. 1,527 collected guns melted into steel to fabricate 1,527 shovels, to plant 1527 trees. Installation view. Courtesy of Biennale de Lyon, 2009. Photo: © Stéphane Rambaud](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2014/06/REYES_3.jpg)
Intanto se ne può vedere qualcuno anche da noi. Fino al 18 luglio la Lisson Gallery di Milano ospita Pedro Reyes: Colloquium, la sua prima personale nella sede milanese e la prima assoluta in Italia. Il cuore della mostra sono cinque grandi teste in pietra lavica (messicana), di Lenin, Marx, Che Guevara, Frida Kahlo e David Alfaro Siqueiros, realizzate assieme a un team di artigiani (messicani): un’ironica allegoria del comunismo nelle sue varianti caratteriali, professionali e ideologiche. Negli uffici della galleria si possono vedere alcuni lavori passati, tra cui un mitra/salterio e un revolver/flauto di Pan dalla serie Imagine – più un coltellino svizzero dalla serie Navajas Suizas (2013). Altri quattro pezzi sono esposti a Venezia nella mostra Art or Sound (Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina; fino al 3 novembre), che raccoglie decine di strumenti d’artista, dagli Intonarumori futuristi di Luigi Russolo, al Tavolo monofonico di Laurie Anderson.
![Pedro Reyes, Disarm, 2014. Performers: Massimo Benotto, Stefano Mancini and Riccardo Santorel. Opening of the exhibition Art or Sound. Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, Venice. 5 June 2014. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy Fondazione Prada](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2014/06/REYES_2.jpg)
Sabato 7 giugno, Massimo Benotto, Stefano Mancini e Riccardo Santorel li hanno suonati in una performance live (qui vedete una foto dell’evento; prossimamente la Fondazione metterà online anche un video). Sempre a Venezia, all’interno di Genius Loci – Spirit of Place (Palazzo Franchetti; fino al 23 novembre), organizzata dalla Lisson Gallery assieme a Berengo Studio in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura, si può vedere un documentario su Palas por Pistolas.
Stefano Ferrari