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Gary Hill. Depth Charge

Si è inaugurata il 26 febbraio presso la Galleria Lia Rumma di Milano Depth Charge, la terza personale italiana dedicata a Gary Hill (Santa Monica, California, 1951), artista che dalla metà degli anni ’70 sperimenta con l’immaginario video, indagando soprattutto il rapporto tra linguaggio e immagine. Sin dagli inizi realizza video e videoinstallazioni spesso molto complesse (si ricorda Between Cinema and a hard place del 1991 costituita da 23 monitor senza custodia), facendo largo uso di scan processor, sintetizzatori audio, convertitori analogico-digitale. Hill indaga anche i processi di percezione facendo partecipare lo spettatore in maniera attiva. Per l’artista il video è “la forma d’espressione più vicina al pensiero”: vi è infatti una congruenza tra la circolarità del feedback elettronico e quella dei processi mentali, che sono entrambi autoreferenziali e ricorsivi.
Nell’esposizione milanese quattro lavori storici (Depth Charge, Isolation Tank, Learning Curve e Sive Wave) convivono con tre lavori più recenti (Choir Box, Klein Bottle e Pacifier).

GARY HILL Depth Charge, 2009-2012 mixed media installation Edition of 2 Additional credits: Edgard Varèse, music composition, Un Grand Sommeil Noir, 1906 Bill Frisell, solo electric guitar interpretation Magdalena Hill, iPhone camera and interlocutor Courtesy Lia Rumma
GARY HILL Depth Charge, 2009-2012 mixed media installation Edition of 2
Courtesy Lia Rumma

Depth Charge, che dà il titolo alla mostra, è un’opera che unisce un lavoro precedente, Varèse 360 e The psychedelic Gedankenexperiment. Nel primo video il musicista/compositore Bill Frisell, la cui immagine appare deformata e scomposta dallo scan processor Rutt/Etra (già usato dai Vasulka negli anni ’70), reinterpreta con la chitarra elettrica Un Grand Sommeil Noir (1906) di Edgard Varèse. Nella seconda opera invece, costituita da cinque monitor installati a terra, l’artista indaga l’alienazione psichica causata dall’LSD in un dialogo beckettiano con la moglie.

GARY HILL Learning Curve (Still point), 1993 Single channel video installation. Silent. One five inch color monitor. Plywood chair/table construction Lunghezza Tavolo 560 cm. Edition of 2
GARY HILL – Learning Curve (Still point), 1993. Single channel video installation. Silent. One five inch color monitor. Plywood chair/table construction Lunghezza Tavolo 560 cm. Edition of 2 Courtesy Lia Rumma

Learning Curve è una videoinstallazione del 1991 in cui si vede un monitor di 5 pollici posizionato nel lato estremo di banco di scuola lungo cinque metri e la cui forma ricorda una tavola da surf. La prospettiva fa sembrare questa superficie infinita, come una spiaggia alla fine della quale si vede l’onda di un mare elettronico che si ripete eternamente. Anche il video Isolation Tank (2014), proiettato unicamente la sera dell’inaugurazione, è un omaggio al surf.

GARY HILL Sine Wave, 2011 Mixed Media installation Projected images: 91x163 cm each, Overall screens: 213x163x103 cm each
GARY HILL – Sine Wave, 2011 Mixed Media installation
Projected images: 91×163 cm each, Overall screens: 213x163x103 cm each Courtesy Lia Rumma

Sine Wave del 2011 è un’installazione composta da due superfici di proiezione (una concava e l’altra convessa), in cui viene proiettato lo stesso video leggermermente sfasati l’uno dall’altro. Un bicchiere mezzo pieno (o mezzo vuoto) è posizionato su una barra metallica a sua volta fissata sulla spalla dell’artista, così da rimanere fermo al centro dell’inquadratura e riflettere il paesaggio circostante, ovvero un luogo naturalistico.

La bottiglia di Klein, come il nastro di Moebius, è una superficie non orientabile che allude all’idea d’infinito (in questo caso non vi è una distinzione tra interno ed esterno). Riferendosi al lavoro di Robert Morris Box with the sound of its own making, la Klein Bottle di Gary Hill è costituita anche dalla proiezione di un video relativo alla realizzazione dell’oggetto stesso. Si moltiplicano così i piani di autoreferenzialità di una struttura che ritorna sempre su se stessa.

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GARY HILL – Pacifier, 2014 Mixed media installation, n°3 70″ HD displays, one mini-mac, triple matrox Courtesy Lia Rumma

Pacifier (2014) è il “ciuccio” dei bambini la cui forma ricorda quella della bomba Little Boy usata per i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Questo oggetto di vetro cade dall’alto e si frantuma in un ralenti che rappresenta la fragilità e precarietà della vita.

Choir Box (2015) invece è l’installazione creata apposta per gli spazi di Lia Rumma, in cui lo studio dell’artista viene proiettato sulle pareti della galleria, in una sovrapposizione tra luoghi reali e virtuali che, anche grazie all’uso del suono, genera un effetto straniante.

Eleonora Roaro

GARY HILL
Depth Charge
Galleria Lia Rumma MILANO
orari: martedì – sabato 11.00 – 13.30 / 14.30 – 19.00

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