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L’arte di Jean Paul Gaultier in mostra al Grand Palais di Parigi

Focus sul panorama contemporaneo della moda fino al 3 agosto 2015 al Grand Palais di Parigi che ha consacrato una mostra all’attività di Jean Paul Gaultier. L’iniziale perplessità di fronte alla scelta di ospitare quella che poteva ridursi a una vetrina di abiti di haute couture fine a se stessa ha ceduto il passo in chi scrive all’interesse per un’originale visione dell’universo in cui gravita lo stilista francese.

Peter Lindbergh Paris by Night : Folies légères (Lionel Vermeil, Helena Christensen et Marie-Sophie Wilson) Publié dans Vogue France, Novembre 1991. Veste redingote en alpaga, doublée de fausse fourrure fuschia et cuissardes en cuir verni. Veste redingote en soie noire, doublée de plumes de coq d’élevage vertes, bottines en cuir verni. Collection French Cancan collection, Prêt-à-porter, automne-hiver 1991-92. © Peter Lindbergh
Peter Lindbergh Paris by Night : Folies légères (Lionel Vermeil, Helena Christensen et Marie-Sophie Wilson) Publié dans Vogue France, Novembre 1991.
Veste redingote en alpaga, doublée de fausse fourrure fuschia et cuissardes en cuir verni. Veste redingote en soie noire, doublée de plumes de coq d’élevage vertes, bottines en cuir verni. Collection French Cancan collection, Prêt-à-porter, automne-hiver 1991-92. © Peter Lindbergh

In un caleidoscopio di abiti, immagini e glittering, Gaultier si racconta e invita a scoprire le tappe della sua evoluzione stilistica dal 1970 ad oggi: si parte da sirene e marinai, icone onnipresenti e rivisitate nel corso degli anni; passando per il Punk Cancan che ha coniugato l’ambiance tipicamente parigina a una certa idea di ribellione londinese, o ancora per i celeberrimi corsetti con i seni a punta resi immortali da Madonna; per arrivare a un’estetica che in tempi recenti coniuga la dimensione urbana e la multi-etnicità.

Veduta della mostra al al Grand Palais, Parigi
Veduta della mostra al al Grand Palais, Parigi

Se è vero che l’arte, tra le sue molteplici definizioni, è espressione della cultura della società in cui viene concretizzata, la mostra sembra sottilmente ammiccare a come le differenti fasi del processo creativo di uno stilista possano per certi versi essere assimilate al percorso di un artista. Soprattutto nel caso di Gaultier, che si è fatto interprete e promotore di fenomeni di costume inerenti la proteiforme realtà dell’era digitale (e post).

Veduta della mostra Jean Paul Gaultier (2) © Rmn-Grand Palais / photo François Tomasi
Veduta della mostra Jean Paul Gaultier (2) © Rmn-Grand Palais / photo François Tomasi

Complici tecniche audiovisive che permettono di animare una trentina dei manichini che “vestono” i modelli delle varie collezioni, agi occhi del visitatore si dispiega un immaginario che si situa a metà strada tra la dimensione onirica e la finzione scenica raggiungendo il suo climax in un défilé fatto di manichini/modelli in passerella: la voce di Catherine Deneuve descrive ogni creazione mentre manichini che riproducono diverse star del jet-set internazionale assistono alla sfilata. Le collaborazioni di Gaultier includono, oltre alla già citata Madonna, esponenti dello showbiz quali Tina Turner, Kylie Minogue, Mylène Farmer (considerata a giusto titolo la Madonna francese), i Depeche Mode, Lady Gaga e, in tempi più recenti, l’inossidabile Amanda Lear.

William Baker Kylie Minogue X Tour 2009 Modèle « Immaculata », Robe en filet brodé à grands motifs en lin découpés blancs Collection Les Vierges, Haute couture printemps-été 2007 © Roc Nation / Kylie Minogue
William Baker Kylie Minogue X Tour 2009 Modèle « Immaculata », Robe en filet brodé à grands motifs en lin découpés blancs Collection Les Vierges, Haute couture printemps-été 2007 © Roc Nation / Kylie Minogue

Non si tratta peraltro di una vuota celebrazione di ciò che fa tendenza. L’enfant terrible che da sempre dissacra e irride i codici imposti dalle convenzioni, si è distinto in diverse azioni a sostegno della ricerca sull’AIDS e ha spesso fatto ricorso a modelle e modelli non necessariamente rispondenti ai canoni imperanti di bellezza e prestanza fisica. Nel trascendere la differenza rispettando ogni appartenenza etnica, generazionale, sessuale e religiosa, il messaggio di Gaultier è improntato su un ideale di tolleranza.

Danilo JON SCOTTA

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