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Natura e arte in mostra a Treviso

Al chiuso di una sala espositiva è possibile vivere un’esperienza di contatto con l’energia primigenia visitando la mostra Forze della Natura a Treviso: una ricca esposizione dove convivono le opere di 108, Andreco e DEM.

La mostra, a cura di Claudio Musso, organizzata dall’Associazione TRA -Treviso Ricerca Arte e ospitata al piano nobile di Ca’ dei Ricchi – storico palazzo trecentesco situato nel centro di Treviso –  ha come protagonisti tre giovani artisti dall’animo ecologista e ambientalista; le loro poetiche poggiano sull’approfondimento dell’arte urbana e sull’interesse nell’analizzare la natura in tutte le sue estensioni semantiche. Le energie dispiegate sono molteplici: si va dai dipinti su tela e su carta alle sculture di bronzo e ceramica, il tutto cadenzato al ritmo di video che donano un accento dinamico e arcano all’esposizione.

Il bisogno di raggiungere l’intimità della natura viene ben rappresentato dagli interventi di 108, alias Guido Bisagni, uno dei primi post-graffitisti a lavorare solo con le forme astratte. Celebri le sue “opere nere”, macchie di colore monocromo più o meno irregolari che dialogano con piccole porzioni di linee colorate: massime espressioni di razionalità (il nero) contrapposte a minime rivelazioni di irrazionalità (il colore), come rappresentato dagli acrilici Razionale Irrazionale (2016).

Tuttavia, la fisica immersione nell’elemento naturale è percepibile nella miniatura fotografica Appennino Ligure (2013), in cui il bisogno dell’artista di lasciare un segno nella campagna piemontese innevata si confonde con la necessità di conquistare i muri più spopolati e sconosciuti. Ecco allora che l’autocelebrazione dell’artista si trasforma nella ricerca di una verità soprannaturale, come sviluppato apertamente nei video Il Mascone (2009) e La Forma dell’Inverno (2009-2011), entrambi evocazioni di ricordi dell’infanzia, come le madeleine proustiane. Per realizzare i suoi interventi urbani tra il 2009 e il 2011 Bisagni esegue delle riprese in bianco e nero con una videocamera a bordo di una bicicletta mentre raggiunge – durante le tempeste di neve – i luoghi visitati in compagnia del nonno.

Forze della natura
108, Frame dal video “La forma dell’inverno”, 2009 – 2011

Dietro al bisogno di fondersi con il paesaggio può esserci la volontà di affiancare alla ricerca artistica un approccio scientifico, vedi l’operato di Andreco, il quale a partire dalla sua formazione di ingegnere ambientale si impegna a indagare i binomi uomo/natura e spazio urbano/paesaggio naturale attraverso l’utilizzo di medium eterogenei. Riconosciamo la sua cifra poetica nella celebre serie Black Drawings (2016), acrilici su carta che illustrano l’impegno sui temi della sostenibilità tradotti in simboli geometrici rigorosamente di colore nero dai contorni bianchi. Questi sono anche riprodotti tridimensionalmente nella serie Sculptures Group (2016), luminose sculture di bronzo che sembrano capaci di creare l’unione primordiale fra etere e spirito, fra Luna e Sole. Tuttavia, volendo guardare alla dimensione terrena, tali immagini sembrano alludere alle imponenti cime di una montagna, elemento naturale tanto amato dall’artista.

Forze della natura
Andreco, frame dal video “One and Only” Austria/ Italy Border, 2016

Infatti, nella performance site-specific The Rock Slide and the Woods (2016) l’artista, ispirandosi al testo “Storia di una montagna” di Élisée Reclus, inscena nella frana preistorica delle Marocche una serie di azioni simboliche che rimandano alle sculture bronzee in cui elementi naturali come montagne, alberi e rocce diventano essi stessi opere d’arte.
L’ultimo tratto di sala è occupato dagli interventi di DEM, alias Marco Barbieri, forse il più romantico dei tre per il forte attaccamento all’arte esoterica, agli studi antropologici e alchemici. Tale atteggiamento è immediatamente percepito nelle sette statuine di ceramica ben rifinita i cui nomi alludono a personaggi mitologici o figure zoomorfe, come Venere, Alieno con faccia sulla pancia e Uomo pesce (2016).

Foze della natura
DEM, “Ovoo 1”, 2013, tecnica mista su carta

Se la dendrolatria, il culto per l’albero, è un altro denominatore comune della pratica dei tre artisti, con DEM si arriva all’esaltazione di tale culto: In Ovoo (2016), tecnica mista su carta in cui viene rappresentata l’immagine di un albero interamente avvolto da pezzi di tessuto colorati lasciati dalle genti mongole in segno di riverenza secondo il rito locale. La vegetazione con tutta la sua fertilità fa da scenario anche a due riprese video molto corpose, realizzate in collaborazione con Seth Morley: Liber Pater (2013) e Panta Rei (2014).

Foze della natura
DEM e Seth Morley, Frame dal video “Panta Rei”, 2014

Il primo rappresenta una performance ispirata al rito del Ciguri dei Tarahumara, antica popolazione del Messico. Mentre nel secondo filmato viene argomentato l’attaccamento dell’artista alle figure antropomorfe e fitomorfe, agli antichi rituali, alla sacralità e alla spiritualità. Il filmato è ambientato nella necropoli di Pantalica, una fortezza naturale con più di 5.000 sepolcri e racconta, a tempo di scacciapensieri, il percorso karmico di un’anima che seguendo la ciclicità della vita arriva all’immortalità attraverso il distacco dalla propria ombra. Immaginata e fruita sul campo, la natura di 108 – Andreco – DEM è Anima Mundi: anima del mondo dotata di valore soprannaturale: è mito e leggenda, essenza libera che porta con sé il segreto primordiale di ogni vita.

Suambra Strumendo

FORZE DELLA NATURA –  108 – Andreco – DEM
Via Barberia 25 – Ca’ dei Ricchi, Treviso | 16 dicembre 2016 – 5 febbraio 2017
www.trevisoricercaarte.org

 

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