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Mimmo Mammola e Medoro, il Signor Bonaventura, la Pimpa e Cocco Bill

C’È UNA MOSTRA CHE È UN PO’ COME UN VIAGGIO nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie; ci sono dei personaggi che credevo fossero ormai avvolti dalle nebbie del passato e invece tornano presenti come se non fosse trascorso neppure un giorno dall’ultima volta che li ho incontrati; c’è uno spazio che era in origine un lazzaretto e oggi ospita i protagonisti della nostra infanzia; e c’è un giornale per ragazzi, il Corriere dei Piccoli.

Sono passati cento anni dalla prima volta che piccoli giovani lettori l’hanno stretto tra le mani fresco di stampa e adesso non esiste più, se non nei ricordi dei bambini di ieri, ma grazie alla Fondazione Corriere della Sera oggi, noi adulti che troppo spesso manchiamo di fantasia e immaginazione, possiamo riscoprire i personaggi amici della nostra infanzia: la milanese Rotonda della Besana ospita infatti fino al 17 maggio una mostra incentrata sul più famoso e conosciuto periodico per ragazzi italiani, quel Corriere dei Piccoli che tutti noi conosciamo e abbiamo letto e amato.

All’ingresso ci accoglie il Signor Bonaventura che garbato e sempre sorridente ci introduce nelle sale mostrandoci alcuni dei periodici per ragazzi italiani che venivano pubblicati all’inizio del  secolo scorso. Apprendiamo in tal modo come non solo il Corriere dei Piccoli abbia rapidamente sbaragliato la concorrenza, ma veniamo anche a conoscenza dei legami profondi e degli scambi intensi esistenti tra il Corriere della Sera, genitore del nostro Corriere dei Piccoli, e i principali quotidiani stranieri che in quegli anni pubblicavano testate per l’infanzia. Scopriamo così l’esistenza di quei periodici inglesi, francesi e americani usati come modello per la realizzazione del giornalino italiano nonché degli accordi esistenti, ad esempio, tra la sede di via Solferino e la redazione della londinese The Children’s Encyclopaedia in merito allo scambio dei clichè fotomeccanici metallici delle illustrazioni.

Sergio Tofano Qui comincia la sventura / del signor Bonaventura […],  in “Corriere dei Piccoli”, n. 9, 2 marzo 1930, copertina Milano, Archivio Storico del Corriere della Sera
Sergio Tofano Qui comincia la sventura / del signor Bonaventura […], in “Corriere dei Piccoli”, n. 9, 2 marzo 1930, copertina Milano, Archivio Storico del Corriere della Sera

Troviamo un giornalino ricco di colore, non solo in copertina ma anche al suo interno, dove fumetti di autori italiani si alternavano a strisce straniere, soprattutto americane, diventate subito celebri e famose. Il formato italiano richiedeva un adattamento del testo rispetto agli originali e questo lavoro portò all’eliminazione dei balloons, quegli elementi grafici che racchiudono il testo o parte di esso entro un cartiglio, rendendo pertanto necessarie delle integrazioni a china negli spazi in origine occupati dai fumetti, ora rimasti vuoti, e lo spostamento del testo al di sotto della vignetta, in versi.

Aveva la copertina a colori con una storia a vignette e ottonari, alcune pagine in bianco e nero con testi, giochi e curiosità, uno o più racconti illustrati, poi al centro del fascicolo ancora vignette in rima a colori, la corrispondenza dei giovani lettori e rubriche illustrate; era avvolto da una sovracopertina in carta colorata e leggerissima con le pubblicità per i genitori, disegnate degli stessi autori delle vignette per i piccoli. Ma il Corriere dei Piccoli non era solo questo, era una redazione con collaboratori straordinari: Sergio Tofano, in arte Sto, già autore di numerose vignette pubblicate sulla rivista satirica illustrata italiana «Numero», che pubblica dal 1917 le avventure del Signor Bonaventura sempre ricompensato da un milione; Carlo Bisi e il suo Sor Pampurio dai tratti futuristi; La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Dino Buzzati pubblicata nel gennaio del 1945 con i disegni originali dello scrittore; Violante e Valentina Melaverde di Grazia Nidasio; Gianni Rodari e le sue fiabe e filastrocche italiane; Jacovitti e Cocco Bill; Altan e la sua Pimpa bianca con i pallini rossi; i Ronfi di Adriano Carnevali; Richard Felton Outcault e i suoi Mimmo Mammola e Medoro.

Richard F. Outcault (Tavola con il personaggio di Mimmo) in “Corriere dei Piccoli”, n. 1, 27 dicembre 1908, copertina Università degli Studi di Milano - Centro Apice (Archivi della Parola, dell’immagine e della Comunicazione editoriale)
Richard F. Outcault (Tavola con il personaggio di Mimmo) in “Corriere dei Piccoli”, n. 1, 27 dicembre 1908, copertina Università degli Studi di Milano – Centro Apice (Archivi della Parola, dell’immagine e della Comunicazione editoriale)

Il Corrierino con gli anni si trasforma e si arricchisce di pagine e persino di inserti enciclopedici e didattici di carattere storico e scientifico, ma nel tentativo di soddisfare il suo largo pubblico di piccoli ed adolescenti sembra perdere parte della sua grinta al punto da arrivare a scindersi, nel 1972, a seguito di un referendum indetto dall’allora direttore Carlo Triberti tra i suoi lettori, nel Corriere dei Ragazzi e nell’autonomo inserto Corriere dei Piccoli che la spuntò però continuando ad uscire negli anni successivi.

Col senno di poi, oggi bambina ormai cresciuta, leggo tra le strisce del Corriere dei Piccoli molto più di quanto non potessi fare allora e ri-scopro ad esempio una Stefi amante dell’ambiente e piccola femminista in nuce, ma soprattutto apprezzo la critiche a volte feroci, di certo taglienti e sagaci di quei personaggi che hanno reso celebre questo settimanale per ragazzi, perché grazie anche ad un sapiente allestimento che compara cronologicamente la prime pagine del Corriere della Sera dell’epoca -per i grandi- con le copertine del Corriere dei Piccoli ad esse contemporanee, vedo come le vittorie del fascismo, le conquiste spaziali americane, la rivoluzione culturale studentesca e persino il Festival della canzone italiana di Sanremo fossero protagonisti anche delle strisce per i bambini. Rileggo così un giornale quindi, un Corriere non solo per i piccoli ma anche per i grandi.

Martina Ganino

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