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A Roma le nuove sculture di Giuseppe Penone

Equivalenze è il titolo della mostra di Giuseppe Penone presentata alla Gagosian Gallery di Roma; un percorso emblematico in grado di raccontare il rapporto intimo tra arte e natura

Giuseppe Penone
Equivalenze – 12 aprile 2016, 2016. Ottone ossidato, terracotta. Ph: Matteo D’Eletto, M3 Studio © Giuseppe Penone. Courtesy Gagosian

Le opere di Giuseppe Penone (1947, Garessio) sono memorie corporee e materializzate, testimoni del tempo che scorre e che coinvolge tutto ciò che lo circonda. Nei suoi lavori l’idea di trasformazione è sempre stata una costante e ha rappresentato un concetto fondamentale su cui meditare e trovare una riflessione in grado di conciliare arte e natura, un modo per trovare un equilibrio e ristabilire un rapporto. Rocce, acqua, pietre e alberi diventano dunque i tasselli con cui Penone costruisce storie che, grazie al potere unico dell’arte, acquistano quella bellezza mai fine a se stessa.

Penone in his studio, Turin Italy Nov 2016res
Giuseppe Penone nel suo studio a Torino, Italia, novembre 2016. Ph: Angela Moore © Archivio Penone

Fin dagli esordi, il lavoro di Giuseppe Penone si è contraddistinto per il coinvolgimento attivo con l’Arte Povera, movimento nato intorno agli anni ’70 del Novecento. Come per i suoi colleghi, il ricorso alle installazioni come luogo di relazione tra arte e ambiente è dettato dall’intenzione di ridurre ai minimi termini i segni, impoverirli rendendoli archetipi. Questo proposito lo ha portato a considerare il proprio corpo come “oggetto” da utilizzare  in relazione ai materiali naturali cercando di annullare il confine tra esso stesso e l’ambiente esterno. Gli impulsi primari sono fondamentali per la scultura di Penone: riempirsi la bocca con l’acqua, imprimere un segno con le mani sull’argilla sono gesti che scaturiscono dal bisogno di una ricerca filosofica ed estetica delle intenzioni.

Giuseppe Penone
Equivalenze (Equivalences) 2016. Film still dalla serie Ephemeris © Archivio Penone

In Equivalenze l’artista incide il suo essere dentro l’opera d’arte. Le forme modellate in terracotta contengono l’impronta del suo pugno e vengono fissate su lastre di metallo; in alcuni casi sono distaccate tra loro, in altri unite tanto da formare un groviglio. Riflettendo sul concetto di equazione in matematica secondo cui essa è definita come la condivisione di una certa proprietà da parte di oggetti, possiamo dedurre che le Equivalenze di Giuseppe Penone appaiono come oggetti naturali in grado di condividere con l’uomo la proprietà di vivere nel tempo che scorre.

 Giuseppe Penone
Equivalenze –2 luglio 2016, 2016. Ottone ossidato, terracotta. Ph Matteo D’Eletto M3 Studio © Giuseppe Penone. Courtesy Gagosian

Tra le sculture esposte in galleria emerge una figura antropomorfa: una spirale di corteccia prende vita dalle radici di un albero. Non riusciamo bene a definirla ma sappiamo che la sua forma, quasi umana, viene liberata dall’albero entro cui è intrappolata, rivelando i tratti viscerali dell’essere. Attraverso i suoi lavori Penone ci mostra la vera essenza delle cose, la loro anima. Il superamento della sottile linea ci distacca dalla materialità e ci porta una sensazione di leggerezza che, come un flusso di energia vitale ci spinge a ritrovare la forza pulsante della vita. Il gesto umano è legato allo spirito della natura; attraverso essa ritrova la sua primordialità, troppo spesso dimenticata.

 Flavia Annechini

Giuseppe Penone: Equivalenze
Gagosian Gallery, Via Francesco Crispi 16, Roma
27 gennaio – 15 aprile 2017

 

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