La rivista nel 2022 è stata trasformata in archivio di contenuti.

Stefano Arienti. Antipolvere

Alla Galleria Civica di Modena la personale di Stefano Arienti, Antipolvere. L’artista si confronta con i maestri del passato, l’immaginario collettivo e i continui passaggi di senso dell’opera.

All’interno della Sala Grande della Galleria Civica di Modena  è possibile visitare, fino al 16 luglio, la personale di Stefano Arienti, Antipolvere, a cura di Daniele De Luigi e Serena Goldoni.

stefano arienti
Senza titolo, 2015, slide da proiezione per Open Day 2015 dell’Accademia di Belle Arti di Carrara

Stefano Arienti (Asolo 1961) è uno degli artisti più noti a livello nazionale e internazionale per il modo creativo e particolare di rileggere la storia, i materiali, gli stili, le tecniche e, ultimo ma non meno importante, l’arte e le immagini. Dopo una formazione scientifica, Arienti inizia il suo percorso artistico negli anni Ottanta a Milano, città dove attualmente vive e lavora.

La mostra accosta diversi lavori realizzati negli ultimi 25 anni e due opere inedite di cui una, realizzata appositamente per Antipolvere, è ispirata all’Altarolo di El Greco, conservato alla Galleria Estense di Modena (Paesaggio-veduta del Monte Sinai da El Greco, 2017).

Il progetto affianca opere ispirate ai grandi maestri del passato, come Romanino e Gustave Doré, a lavori realizzati su commissione. I lavori e lo spazio espositivo interagiscono in modo creativo e anticonvenzionale instaurando un dialogo non solo intellettuale ma anche fisico con il visitatore: alcune opere sono, infatti, allestite in modo da poter essere attraversate, altre invece inducono lo spettatore a spostarsi e girare per la sala alla ricerca di un migliore punto d’osservazione.

stefano arienti
Antipolvere, allestimento della mostra alla Galleria Civica di Modena, ph. Francesca Mora

Da un lato c’è l’artista che si confronta con l’immaginario collettivo (dal design alla botanica), dall’altro c’è il visitatore che si trova a rapportarsi con opere con una propria vitalità, cariche di molteplici rimandi, non sempre immediati, ma anche aperte ad accoglierne di nuovi. Arienti stesso afferma che l’artista non deve predeterminare i risultati del proprio lavoro perché le opere sono «una specie di piccoli organismi che vivono nel mondo  cercando di essere in equilibrio e in una relazione molto naturale e spontanea con l’ambiente che li circonda, che è un ambiente fatto di persone».

Altro importante elemento è il rapporto che Arienti instaura con la materia e la modalità “artigianale” di operare sulle immagini, infinitamente mutevoli e portatrici di significati sempre diversi a seconda di come vengono reinterpretate, ripensate e trasformate.

stefano arienti
Studi per Gregge, 2014, inchiostro oro su telo antipolvere, installazione composta da 5 teli 300 x 416 cm ciascuno, courtesy ZegnArt

Il titolo Antipolvere rinvia infatti contemporaneamente al telo antipolvere da ponteggio, usato dall’artista per molte opere in mostra, ma anche alla sua modalità di guardare sia al passato, non più “polveroso”, sia alle immagini, «nessuna degna di prendere polvere». Qualunque tipo d’immagine viene infatti trattata sempre come materia da conoscere e da analizzare ed è pertanto fotocopiata, ingrandita, copiata, capovolta e riprodotta sui supporti più vari come cartone o lucidi. In questo modo, quella stessa immagine viene salvata, idealmente, dalla polvere e dall’oblio della memoria e acquista a tutti gli effetti una nuova identità.

Martina Boschian

Stefano Arienti. Antipolvere
a cura di Daniele De Luigi e Serena Goldoni
Galleria Civica di Modena, Corso Canalgrande 103, Modena
dal 25 marzo al 16 luglio 2017

 

 

 

share

Related posts