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The Bridges of Graffiti a Venezia

The Bridges of Graffiti rappresenta uno degli eventi collaterali della 56esima Biennale di Venezia, il primo ospitato dal nuovo spazio Arterminal – che nel nome vuole richiamare la propria dimensione internazionale e la vocazione di luogo di scambio di diverse culture e forme artistiche – situato presso il Terminal S. Basilio recentemente riqualificato.

Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, è curato dalla Fondazione de Mitri di Modena e da Mode2, e organizzato da Associazione Inossidabile.

The Bridge of Graffiti, Doze Gree
The Bridges of Graffiti, Doze Green. Photo credits: Andrea Bastoni

Sui muri si sviluppa la grande e inedita opera collettiva di Boris Tellegen, Doze Green, Eron, Futura, Mode2, SKKI ©, Jayone, Todd James, Teach e Zero-T, che dialoga con altre opere – tutte site specific – create dagli stessi artisti, protagonisti della Graffiti art internazionale. The Bridges of Graffiti costruisce un ponte ideale che permette a importanti contributi di questa cultura di essere riconosciuti e contestualizzati.

Doze Green (USA) rappresenta personaggi che hanno radici nelle divinità della cultura afro-caraibica da cui proviene e da lui descritti come entità biologiche di spiriti metafisici. Boris Tellegen (Olanda) suggerisce invece l’idea di un universo organizzato, legato a uno stile geometrico basato su prospettive invertite.

The Bridges of Graffiti, Boris Tellegen. Photo credits: Andrea Bastoni
The Bridges of Graffiti, Boris Tellegen. Photo credits: Andrea Bastoni
The Bridges Of Graffiti, ZeroT
The Bridges of Graffiti, Zero-T. Photo credits: Andrea Bastoni

Toccante è l’intervento su parete di uno dei due artisti italiani presenti in mostra, Eron (l’altro è Paolo “Zero-T” Capezzuoli), che considera il muro come sfondo su cui affrontare tematiche sociali: il suo lavoro è dedicato al pianista palestinese Aeham Ahmad, residente nel campo profughi di Yarmouk e che la cronaca recentemente ha reso famoso in quanto passa le proprie giornate a confortare i sopravvissuti a bombardamenti e spari con la musica del suo pianoforte, trascinato appositamente per strada, tra le macerie, ogni volta che la situazione gli sembra sotto controllo. Qui il video dell’operazione:

Teach (UK) negli anni ’90 ha dipinto centinaia di treni, tra Londra (quelli della London Underground) e il resto d’Europa; oggi i suoi lavori, come designer, spaziano dalle ceramiche, all’arredamento e alla moda. Anche Futura (inizialmente conosciuto come Futura 2000), leggendario protagonista della Graffiti art newyorkese, si è recentemente reinventato, come graphic designer e fotografo. Todd James (USA) appartiene  invece all’ambito della pittura: è stato il co-creatore di Street Market, mostra sul movimento post-graffiti presentata alla Biennale di Venezia del 2001.

Mode2 (UK),  considerato uno degli anticipatori della scena dei graffiti e della Street art inglesi, è stato il fondatore, con altri, del gruppo londinese di graffiti artist The Chrome Angelz: i suoi lavori parlano di tematiche come l’amore e le relazioni, la gravidanza, l’ambiente, lo spazio del writing e la cultura hip-hop all’interno della società.

The Bridges of Graffiti, Mode2. Photo credits: Adrea Bastoni
The Bridges of Graffiti, Mode2. Photo credits: Adrea Bastoni

Jayone (Francia) ha invece fondato con SKKI © – anche lui protagonista di The Bridges of Graffiti – e Ash2 la Badbc (Bad boy crew) influenzando la scena dei graffiti europea grazie ad una profonda comprensione del contesto sociologico in relazione al processo creativo; partendo da radici caraibiche, affronta nella propria poetica il tema della diaspora panafricana, soffermandosi sia sulla sofferenza sia sulla capacità di resistenza e sulla creatività.

The Bridges of Graffiti, JayOne. Photo credits: Andrea Bastoni
The Bridges of Graffiti, JayOne. Photo credits: Andrea Bastoni
The Bridges  of Graffiti, SKKI©. Photo credits: Andrea Bastoni
The Bridges of Graffiti, SKKI©. Photo credits: Andrea Bastoni

Completano questa superficie espositiva di 3500 mq una serie di fotografie storiche di Martha Cooper – incontrata di recente in occasione della mostra Art on the Street a Gaeta nell’ambito del festival Memorie Urbane – che documentano i primi graffiti realizzati a New York tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, e una grande videoinstallazione tridimensionale di Henry Chalfant, una sorta di documentario in loop raffigurante le celebri immagini di vagoni di treni fotografate tra il 1977 e il 1983 nella metropolitana di New York. Gli stessi Cooper e Chalfant sono coautori del volume Subway Art pubblicato nel 1984.

The Bridges Of Graffiti, Martha Cooper
The Bridges of Graffiti, Martha Cooper
The Bridges  of Graffiti, Futura & HenryChalfant
The Bridges of Graffiti, Henry Chalfant & Futura

The Bridges of Graffiti
Arterminal c/o Terminal S. Basilio, Fondamenta Zattere Ponte di Legno, Venezia
9 maggio – 22 novembre 2015
Orari: tutti i giorni dalle 10.10 alle 20.20
Ingresso € 10. Ridotto € 8 per studenti / under 26 e su presentazione di un biglietto della Biennale. Ingresso gratuito per bambini fino a 10 anni.

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