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100 anni di Leica e Rudi Meisel alla C/O di Berlino

A un anno dal trasferimento nell’Amerika Haus, la Fondazione C/O si è ulteriormente consolidata come uno degli spazi espositivi più interessanti di Berlino dedicati alla fotografia.

La mostra Eyes Wide Open! 100 years of Leica photography a cura di Hans-Michael Koetzle celebra il centenario della Leica, la macchina fotografica a 35mm, leggera, tascabile che ha permesso una pratica sempre più diffusa e democratizzata dell’immagine. Si tratta di uno di quei dispositivi tecnici che hanno influenzato profondamente lo sviluppo della cultura visiva in direzione di una riproducibilità estensiva, tendenza poi “completata” dall’avvento del digitale quando l´istantaneità e l’accessibilità hanno assunto una dimensione di flusso immediato e continuo.

Walter Vogel, Dalmatiner ... Kein Interesse an Fußball, Düsseldorf, 1956  © Walter Vogel
Walter Vogel, Dalmatiner … Kein Interesse an Fußball, Düsseldorf, 1956 © Walter Vogel

Come intuiva Paul Valéry nel suo Discorso per il Centenario della Fotografia, tenuto alla Sorbona nel 1939, «non si dovrà ormai definire l’Universo come un semplice prodotto dei mezzi di cui l’uomo dispone, in tale epoca, per rendersi sensibili avvenimenti indefinitamente vari o lontani?»1

Christer Strömholm. Nana, Place Blanche, Paris, 1961 © Christer Strömholm/Strömholm Estate, 2014
Christer Strömholm. Nana, Place Blanche, Paris, 1961 © Christer Strömholm/Strömholm Estate, 2014

300 scatti iconici – tra cui quelli di Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Robert Frank, William Eggleston, René Burri – ripercorrono la fortuna della Leica in ambito documentaristico, giornalistico, amatoriale e artistico: dall’apertura alla strada, al quotidiano, alle tematiche sociali fino a un’estetica di grado zero del medium con le sperimentazioni continue che questo strumento ha accompagnato, senza dimenticare la sua rilevanza per l’immaginario della moda.

Rudi Meisel, Autobahn 42 vor der Freigabe, August-Thyssen-Hütte, Duisburg-Bruckhausen, 1979
Rudi Meisel, Autobahn 42 vor der Freigabe, August-Thyssen-Hütte, Duisburg-Bruckhausen, 1979

In parallelo, è possibile visitare la mostra di Rudi Meisel. Compatriots (1977-1987) che documenta differenti aspetti della vita nelle due Germanie divise tra capitalismo e socialismo, durante un decennio cruciale, tutto proiettato al futuro, che sembra lasciarsi alle spalle i fantasmi della guerra. Meisel fu uno dei pochi fotografi occidentali a poter viaggiare in diverse occasioni nella Repubblica Democratica Tedesca raccogliendo così un materiale visivo prezioso, sia per la ricostruzione storica sia per il suo valore stilistico che si colloca nel segno della Street Photography.

Rudi Meisel, S-Bahnsteig Alexanderplatz, Berlin-Mitte, 1980
Rudi Meisel, S-Bahnsteig Alexanderplatz, Berlin-Mitte, 1980

Le 80 immagini esposte, di cui una parte finora inedita, sono accompagnate da un catalogo a cura di Felix Hoffmann. A distanza di tempo questo sguardo empatico, leggero, rivolto ai dettagli e agli eventi di tutti i giorni, sembra suggerire delle sottili somiglianze nelle aspettative, nei desideri e nella dimensione comunitaria di un popolo drammaticamente separato, elementi che ebbero un ruolo non trascurabile anche nel preparare piano piano la via della riunificazione.
Entrambe le mostre restano aperte fino al 1 novembre 2015.

Clara Carpanini

1 Paul Valéry, Discorso sulla Fotografia, Filema (Napoli, 2005), pag. 47

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