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Cover Story. Blur e Gorillaz, tra pop e indie

Blur, Blur: The Best Of (Food/Virgin/Parlophone, 2000)
Blur, Blur: The Best Of (Food/Virgin/Parlophone, 2000)

La cover a scacchiera con i volti della band è un classico per i quartetti inglesi (e non solo), dai Beatles (Let It Be), ai Queen (Hot Space), fino ai Blur, che l’hanno usata per il loro Blur: The Best Of (2000). L’autore dei ritratti è il compatriota Julian Opie, famoso per le sue silhouette poppeggianti. In senso orario, partendo da quello in alto a sinistra: Graham Coxon (chitarra); Alex James (basso); Dave Rowntree (batteria); Damon Albarn (voce).

Le immagini sono create digitalmente da quattro fotografie, ripulite fino a lasciare solo l’essenziale, una lineetta curva per bocca e sopracciglia e due puntini per gli occhi. Ce ne sono più versioni, su tela e a stampa (una serie fa parte della collezione permanente della National Portrait Gallery di Londra).

Gorillaz, Demon Days (Parlophone, 2005)
Gorillaz, Demon Days (Parlophone, 2005)

La cover a scacchiera ricompare nel 2005 su Demon Days, secondo album dei Gorillaz, side project di Albarn assieme al fumettista indie Jamie Hewlett (creatore di Tank Girl): il primo si occupa della musica, l’altro delle animazioni e dei disegni. Già, perché i Gorillaz sono una band virtuale, composta da personaggi fittizi a fumetti e cartoni. Un altro quartetto. Di nuovo, in senso orario: Murdoc Niccals (basso); 2D (alterego di Albarn; voce); Russel Hobbs (percussioni); Noodle (chitarra).

Blur, Think Tank (Parlophone, 2003)
Blur, Think Tank (Parlophone, 2003)

A proposito di Tank… C’è un altro album dei Blur, Think Tank (2003), che usa un’immagine di un’altra icona underground (ma ormai anche molto pop), il graffitaro e attivista Banksy – mi raccomando: non Bansky, come dicono in tanti, anche tra gli addetti ai lavori – che ha scelto una delle sue tipiche immagini a spray e stencil, raffigurante un uomo e una donna con caschi da palombaro stretti in un abbraccio. Un esplicito messaggio contro la guerra in Iraq iniziata proprio quell’anno, col Regno Unito tra i paesi della coalizione (di cui parla anche il video del singolo Out of Time).

Stefano Ferrari

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