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Fondazione Lenz: a Parma la ricerca è sensibile

Fondazione Lenz inaugura con Kinder la stagione di Industriae Perfoming Arts

Verdi Re Lear, Lenz Fondazione – © Francesco Pititto

Lenz: il nome è particolare, come il luogo che ospita una piccola, grande utopia teatrale. Lenz è il protagonista di una novella di Georg Büchner, è un uomo che diventa folle perché non riesce a tenere il passo con il suo tempo, o il suo tempo non riconosce la sua opera. Francesco Pititto e Maria Federica Maestri hanno chiamato come quest’uomo il loro progetto di ricerca che da trent’anni, in Via Pasubio 3 nella periferia della città emiliana, dialoga con una sensibilità differente: “uomini e donne in condizioni di debolezza per il vivere quotidiano che, in alcuni casi, tale condizione si fa portatrice di una condizione creativa ed espressiva impossibile da ritrovare nella finzione richiesta dall’arte teatrale”. Un’opportunità per produrre un teatro vero, che cerca nuovi linguaggi tra videoarte, istallazioni e performance, senza sconti al mercato e al pubblico. Una missione “sociale” riconosciuta lo scorso anno come Ente Culturale e sostenuta dall’università di Parma.

La Fondazione, che raccoglie l’eredità storica dalle associazioni culturali Lenz Rifrazioni e Natura dei Teatri, è in un’oasi felice. Per vedere delle autentiche chicche bisogna andare fino là. Loro non hanno bisogno di circuiti teatrali. Nello spazio favoloso di una ex industria va in scena un cartellone con progetti monotematici attorno ai classici, laboratori integrati con i disabili intellettivi o ancora sperimentazioni di riscrittura drammaturgica, installazioni sceniche, “drammaturgie” dello spazio e della materia che Maria Federica Maestri e Francesco Pititto trasformano in rischi, viaggi incerti e insicuri. Dal linguaggio è bandita certa vecchia retorica da Terzo Teatro. Con orgoglio e freschezza a Lenz si conia il sostantivo imagoturgia per coinvolgere anche lo spazio nella sua dimensione plastica e dinamica “un lavoro che fa procedere di pari passo drammaturgia e immagini, l’una scivolare nell’altra, entrambe a mutarsi in opera fisica con e dentro il corpo dell’attore” (Pittito).

Hamlet Solo, Lenz Fondazione – © Francesco Pititto

E Kinder, che ha inaugurato la rassegna Lenz Industriae, è uno straordinario esempio di quel rigore e coraggio che informa tutta la rassegna che prosegue il 17 e 18 maggio con Hamlet Solo sempre con testo di Francesco Pititto e regia di Maria Federica Maestri e in scena Barbara Voghera, attrice sensibile con sindrome di down e storica protagonista di varie stesure dell’Hamlet. Un Hamlet, spiega Pittito in cui “si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l’attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento ‘vivo’ di una partitura visiva di spettri”.

Kinder, Lenz Fondazione – © Francesco Pititto

Dal 16 giugno al 3 luglio, oltre a ospitalità attorno al tema concettuale del 2016, Punto Cieco, nel Festival Natura dei Teatri saranno presentati gli ultimi quattro episodi del progetto biennale Il Furioso: ispirato all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e realizzato in collaborazione con AUSL_DAISM-DP. In scena l’ensemble degli attori sensibili di Lenz, e l’esito performativo della residenza internazionale del coreografo austriaco Simon Mayer. Negli stessi giorni debutta Macbeth, risultato di un percorso artistico che ha coinvolto per molti mesi un gruppo di ospiti degli ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari, i famosi REMS. In autunno Festival Natura dei Teatri riprende con Autodafé: installazione site-specific e performance, con musiche di Andrea Azzali. Tratta dal terzo atto del Don Carlo di Giuseppe Verdi, sarà inserita all’interno del Festival Verdi e realizzata in collaborazione con il Conservatorio A. Boito di Parma.

Il Furioso, Lenz Fondazione – © Francesco Pititto

Tim Spooner e ospitalità internazionali nella seconda parte del Festival Natura Dèi Teatri (17 novembre-3 dicembre). In scena torna Romeo & Juliet, concerto contemporaneo creato per Lenz nel 1998, in una scrittura musicale per voci d’attrice, dalla compositrice e direttrice d’orchestra Carla Delfrate e l’ultimo episodio della trilogia dedicata all’Hyperion di Friedrich Hölderlin con musiche originali del compositore elettronico polacco Paul Wirkus e l’azione scenica di Valentina Barbarini e Adriano Engelbrecht.

Simone Azzoni

Per date e info sugli appuntamenti: http://www.lenzfondazione.it./

 

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