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Il “Capitale terreno” di Moira Ricci in mostra allo Spazio Oberdan

Capitale terreno è la personale di Moira Ricci a cura di Emanuela De Cecco. La mostra è stata ideata e realizzata dal Museo di Fotografia Contemporanea ed è possibile visitarla fino al 18 ottobre presso lo Spazio Oberdan a Milano.

Moira Ricci affronta la crisi delle attività contadine nella propria terra d’origine, la Maremma: è l’altra faccia della medaglia di Nutrire il pianeta (lo slogan di Expo 2015) meno scintillante e artefatta, proprio per questo più vicina e sentita.

L’esposizione si divide in due parti: Dove il cielo è più vicino e Da buio a buio. Il primo è un progetto del 2014 costituito da una serie di fotografie e due video che insieme raccontano una storia in tre atti: dall’abbandono della terra alla ricerca di una realtà altra.

Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, Il diavolo mietitore, 2014
Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, Il diavolo mietitore, 2014

Il primo atto è la serie fotografica Poderi: si tratta di casolari della Maremma ormai in rovina o non più abitati da contadini dediti all’attività agricola, ma da turisti che li comprano o li affittano per pochi giorni di vacanza l’anno. Per accentuare l’idea di abbandono, Ricci manipola le immagini ed elimina porte e finestre suscitando un forte senso di frustrazione, probabilmente la stessa di chi sente di non avere più la possibilità di utilizzare quei poderi e non potervi, letteralmente, accedere.

Il secondo atto della storia è Il diavolo mietitore: una ripresa aerea documenta il tentativo di realizzare due cerchi concentrici di fuoco nei campi incolti. I cerchi sono il simbolo della leggenda seicentesca del diavolo mietitore che punisce un mezzadro per non aver pagato il giusto un contadino. Sembra un gesto di rabbia, ma ricollegandolo al titolo dell’intero progetto, Dove il cielo è più vicino – e considerando che nella cultura popolare al diavolo mietitore si fanno risalire i primi episodi di cerchi nel grano – si trasforma in un grido di aiuto, un richiamo verso una vita aliena da quella terra.

Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, Trebbia-astronave, 2014
Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, Trebbia-astronave, 2014

Si passa così al terzo atto e alla fine della storia: Trebbia-astronave. Un video di ben 58 minuti, un po’ troppi per uno stop motion, in cui Ricci raggiunge l’apice della poesia. Lei, i suoi familiari e alcuni amici trasformano una trebbiatrice in un’astronave che useranno per partire e andare alla ricerca di una vita nuova. Il contenuto parla da sé: non potendo più coltivare le loro terre, i contadini trasformano la macchina, simbolo del loro lavoro, nel mezzo che li porterà lontani da casa. Per produrre una riflessione di questo tipo, mai epoca può essere tanto azzeccata  quanto quella attuale; Moira Ricci ce la presenta in chiave ironica e allo stesso tempo malinconica.

Moira Ricci, Da buio a buio, Bambina Cinghiale, 2009-2015
Moira Ricci, Da buio a buio, Bambina Cinghiale, 2009-2015

Al piano superiore troviamo la seconda parte della mostra: Da buio a buio, progetto iniziato nel 2009 in cui l’artista documenta i racconti di mostri-umani, che si tramandavano nelle famiglie della Maremma per spaventare bambini e adulti. Attraverso fotografie sapientemente invecchiate e incorniciate, interviste e filmati, sono quindi minuziosamente documentate le storie della bambina cinghiale, del Lupomannaro, dell’Uomosasso e dei gemellini.  Leggende di umanità troppo diverse per essere accettate dal sistema e quindi costrette a vivere ai margini, lontano da quella che comunemente viene identificata come società.

In Capitale terreno si sente il forte legame dell’artista con la propria terra; Ricci riesce a far vivere poeticamente un mondo parallelo dove realtà e fantasia si uniscono per trovare una via d’uscita o semplicemente una possibilità di essere di nuovo felici.

La mostra rientra nel programma di attività promosse dal Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo ed è realizzata in collaborazione con il Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara e l’Associazione Culturale dello Scompiglio di Lucca.

Claudia Caldara

Moira Ricci. Capitale terreno
a cura di Emanuela De Cecco
Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano
Dal 9 settembre al 18 ottobre 2015
Orari: martedì-venerdì 12-19.30; sabato-domenica 10-19.30. Chiuso il lunedì
Biglietti: 6 intero – € 4 ridotto

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