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Le profezie di Basim Magdy al MAXXI

Ultima settimana per visitare al MAXXI di Roma la mostra dell’egiziano Basim Magdy, vincitore del Premio Deutsche Bank “Artist of the year”, riconoscimento annuale rivolto ad artisti emergenti che si sono distinti per la creatività e il valore del proprio lavoro

Basim Magdy_Reenacting-Lost-Civilizations-to-Prevent-an-Impending-Apocalypse-2012
Basim Magdy, Reenacting Lost Civilizations to Prevent an Impending Apocalypse, 2012, spray paint and acrylic on paper 50 x 65 cm © Basim Magdy, collection of Aslı Sümer

The Stars Were Aligned For A Century Of New Beginnings è il titolo della mostra di Basim Magdy, artista attivo fra Svizzera e Egitto; l’esposizione si inserisce  nell’ambito di “Expanding the horizon”, iniziativa promossa dal MAXXI per sviluppare  le proprie ambizioni globali ed esplorare una nuova forma di spazio pubblico generato da collaborazioni tra il Museo e altri istituti e collezioni private. Classe 1977, Magdy dimostra una capacità affabulatrice e letteraria di notevole interesse nel rapporto fra racconto per immagini e racconto testuale.

Di formazione prevalentemente letteraria, aggiunge alla sua poetica gli elementi forti dell’immagine fotografica e del video/cinema. I disegni si muovono su una falsariga d’illustrazione che richiama diversi riferimenti grafici, ma non aggiunge intensità all’uso espressivo della fotografia e del video, veri linguaggi di confronto anche per tanta arte non occidentale. Il tema del presente e del futuro è svolto alla maniera di antichi testi o di futuribilità da Science Fiction, come la grande installazione An Apology to a Love Story that Crashed into a Whale che sovrappone riquadri testuali a riquadri  fotografici. Il tono è straniato e potrebbe essere legato alla letteratura mediorientale più affabulatoria come quella di Salman Rushdie o Oran Pamuk.

Basim Magdy
Basim Magdy, An Apology to a Love Story that Crashed into a Whale (particolare dell’Installazione), 2016 © Basim Magdy

Il testo, un ibrido fra componenti classiche, surrealiste e perfino note di rock colto, è onnipresente e pervasivo;  mentre i disegni diventano illustrazioni a commento del testo, le foto – o diapositive – decolorate e sbiadite, sono come inquietanti fantasmi d’immagini, ritrovate (come succede alle foto e ai film familiari) in luoghi dimenticati dopo molti anni. Queste atmosfere fuori tempo s’intrecciano perfettamente con il testo frammentario e stralunato, sempre immerso in un presente/passato come certi racconti di Naguib Mahfouz ma anche come certe poesie dell’americano Mark Strand.

Basim Magdy Video-Still 2 aus ÒThe Everyday Ritual of Solitude Hatching MonkeysÓ, 2014
Basim Magdy, The Everyday Ritual of Solitude Hatching Monkeys 2014, Super 16mm film transferred to Full HD, © Basim Magdy

L’opera più interessante in mostra è forse la trilogia di video (The Everyday Ritual of Solitude Hatching Monkeys, The Many Colors of the Sky Radiate Forgetfulness, The Dent, 2014) dove scorrono liquide le immagini eccentriche, sia oniriche sia quotidiane, complicate però dal continuo controcanto dei testi  che, come suggerisce il titolo della mostra – Le Stelle si sono Allineate per un Secolo di nuovi inizi –  hanno il tono poetico di una profezia. Profezie immaginate  nelle quali si sentono echi del rock e delle  istanze drammatiche, delle previsioni entusiastiche o infinitamente pessimistiche.  Come suggeriscono le curatrici (Britta Farber per Deutsche Bank e Anne Palopoli per il Maxxi) i lavori di Magdy paiono “memorie del futuro”.

Lorenzo Taiuti

Basim Magdy, The stars were aligned for a century new beginning
Fino al 30 ottobre 2016 MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo

 

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