![The Velvet Underground, The Velvet Underground & Nico (Verve, 1967)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/4.jpg)
Andy Warhol ha disegnato cover durante tutto l’arco della sua carriera d’artista: dischi di classica, jazz, rock, pop, soul e new wave, per un totale di 57 copertine. Per ora. Catalogate ufficialmente solo in tempi recenti, potrebbe sempre spuntarne qualcun’altra.
A differenza di quanto accade spesso oggi, sono tutti progetti realizzati ad hoc da Warhol, che amava collaborare con musicisti che apprezzava e conosceva personalmente e, se le mettiamo in fila, possiamo usarle come bigino per ripassare le tappe più significative del percorso artistico di Andy.
![1](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/1.jpg)
Nelle cover degli anni Cinquanta, domina la tecnica “a linea macchiata” (blotted line), che consiste nel trasferire un disegno a inchiostro, da un foglio di carta impermeabile, a uno di carta assorbente, con un conseguente effetto frastagliato nel contorno della figura. Così sono realizzati, ad esempio, i disegni sulle copertine di Kenny Burrell Volume 2 (1956) e The Congregation (1957) di Johnny Griffin.
![Thelonious Monk, Monk (Prestige, 1954)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/3-e1429789475586.jpg)
Monk (1954) è la prima chicca. Progettata assieme a Reid Miles, artefice di oltre 500 cover, è assolutamente innovativa nell’abbinare caratteri tipografici e scrittura a mano (la scriba è la madre Julia Warhola), anticipando il binomio manualità/meccanicità che di lì a poco diventerà il suo marchio di fabbrica.
Gli anni Sessanta sono decisivi, per la storia delle cover firmate e per la carriera di Warhol. Con tre copertine geniali, Warhol contemporaneamente consacra la cover come nuovo supporto artistico, lancia la Pop art ed entra nel mondo del rock.
![The Rolling Stones, Sticky Fingers (Rolling Stones, 1971)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/5-e1429789514840.jpg)
Sono The Velvet Underground & Nico (1967), con la famosa banana adesiva da spellare (icona pop per eccellenza assieme ai barattoli di zuppa Campbell e alle scatole di detersivo Brillo); Sticky Fingers (1971) dei Rolling Stones, con la fotografia di un paio di jeans con una vera zip funzionante; e The Academy in Peril (1972) di John Cale, forata con 25 finestrelle come un calendario dell’avvento (ahimè, tutto è andato perduto nelle odierne edizioni su CD).
![John Cale, The Academy in Peril (Reprise, 1972)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/61-e1429789597357.jpg)
Altrettanto curiosa è la cover di This is John Wallowitch (1964), che riprende gli esperimenti fotografici di Warhol con la fototessera (photo booth), la cui struttura torna anche in molte serigrafie di quegli anni.
![John Wallowitch, This is John Wallowitch (Serenus, 1964)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/7.jpg)
Nelle cover degli anni Settanta e Ottanta, dominano i classici ritratti (fotografici; pittorici; serigrafati) per cui Warhol è noto a tutti. Ci sono Diana Ross (Silk Electric, 1982), John Lennon (Menlove Ave., 1986), Aretha Franklin, Mick Jagger, Miguel Bosé, Liza Minnelli e pure la nostra Loredana Berté (Made in Italy, 1981; la foto, però, è di Christopher Makos, all’epoca fotografo ufficiale della Factory, che rivendica la paternità della cover).
![Diana Ross, Silk Electric (RCA, 1982)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/8-e1429789718303.jpg)
![Loredana Berté, Made in Italy (CGD, 1981)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/10-e1429790556236.jpg)
L’ultima copertina, 38 anni dopo la prima, è del 1987, per la compilation MTV High Priority, una raccolta fondi per la ricerca sul cancro. Warhol, però, muore prima di portare a termine il progetto, lasciando solo lo schizzo di un volto, lasciato nella versione finale della cover, completata dai suoi collaboratori.
![MTV High Priority (RCA/BMG, 1987)](https://www.darsmagazine.it/wp-content/uploads/2015/04/11.jpg)
La fonte delle notizie è il catalogo Andy Warhol. The complete Commissioned Record Covers 1949-1987 (Prestel, 2015)
Stefano Ferrari