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D’ARS n.206 – GIUGNO 2011

Si è appena aperta la 54ma Biennale d’Arte di Venezia: la redazione di D’ARS non manca all’appuntamento e inaugura il numero 206 con due articoli dedicati alla grande kermesse internazionale. Viola Lilith Russi e Cristina Trivellin ci accompagnano rispettivamente in una visita virtuale attraverso i padiglioni che maggiormente le hanno colpite. L’altra metà della Laguna ci viene invece descritta da Morena Ghilardi, che ha esplorato gli eventi espositivi più incisivi ospitati da alcune importanti istituzioni veneziane, sia pubbliche che private. Lorella Giudici approfitta della retrospettiva aperta alla Kunsthaus di Zurigo dedicata a Jospeph Beuys per un toccante approfondimento della poetica di uno dei maggiori artisti del ‘900. Due gli articoli da Parigi: Marco Caccavo è tornato al Centre Pompidou a visitare l’originale e ipnotica mostra di François Morellet, mentre Silvia Mattei ha partecipato per noi all’inaugurazione della Gaîté Lyrique, ex-teatro e oggi neonato tempio delle arti multimediali. A queste forme d’arte è dedicato il Festival Internacional de la Imagen, recentemente svoltosi in Colombia e di cui scrive per noi Lorenzo Taiuti. Il filo rosso tra le forme artistiche digitali continua e si snoda in un nuovo museo virtuale,l’Adobi Museum of Digital Media: Stefano Ferrari ne analizza criticamente pregi e difetti. Continua l’interessante viaggio attraverso le forme di teatro multimediale con Laura Gemini che questa volta ci parla del progetto ECO, un’esperienza teatrale a disposizione dello spettatore, ovviamente sul Web. Entriamo così nel vivo della sezione Nuovi Orizzonti, capitanata da Pier Luigi Capucci. Come scrivevamo nello scorso numero, anche questa sezione è dedicata al fenomeno dell’hacking come pratica artistica condivisa e globale. Hanno approfondito per noi l’argomento due esperti, Vito Campanelli e Loretta Borrelli. Per la prima volta un videogioco partecipa ad un festival internazionale di cinema come il Tribeca Film Festival. Con Alessandro Fontana ne sapremo di più. Altre contaminazioni, nuovi territori di estetica e critica: Luca Barbeni ha scritto un libro che parla di webcinema e il suo articolo (corredato di una ricca sitografia)  ci conduce in territori ancora poco conosciuti e ricchi di stimoli. Torniamo al cinema tout-court con Poetry, stupenda pellicola che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes lo scorso anno. Giordano Bernacchini si muove tra vari livelli di lettura sviscerando la poetica del regista sudcoreano Lee Chang-dong. Torniamo alla carta e nella fattispecie parliamo di un  altro libro – La fine del mondo storto di Mauro Corona – che Bruno Mariani prende come spunto per ampie riflessioni su temi più che attuali. Il Pandrogino di Genesis Breyer P-Orridge è un’opera d’arte concettuale incarnata in una singolare coppia di artisti underground; Alessandro Azzoni ci racconta il suo affascinante percorso. Altra artista tra body art e concettuale è Shelley Jackson la quale, come scrive Vera Agosti ha scritto un racconto “vivente”. Per concludere Isabella de Stefano ci accompagna in un tour nel fermento artistico nella capitale.

viola lilith russi – cristina trivellin | ILLUMInazioni 54ma biennale di venezia
morena ghilardi | il fuori biennale venezia 2011
lorella giudici | beuys ama l’italia – l’italia ama beuys?
marco caccavo | françois morellet
silvia mattei | dalla gaité lyrique alla gaité numérique
lorenzo taiuti | festival internacional de la imagen
stefano ferrari | amdm museo o vetrina?
laura gemini | riverberi d’immaginario

nuovi orizzonti
pier luigi capucci | arti remote
vito campanelli | hacking
loretta borelli | antisocial notworking

alessandro fontana | l.a. noire
luca barbeni | fino alla fine del cinema
giordano bernacchini | poetry
bruno mariani | la lingua dell’homo natura
alessandro azzoni | genesis breyer p-orridge il pandrogino
vera agosti | shelley jackson
isabella de stefano | il nomadismo nell’arte contemporanea

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